È iniziato l’inverno giostresco con larghissimo anticipo, anzi non è mai terminato da quel lontanissimo 2 settembre 2019 giorno successivo all’ultima Giostra del Saracino disputata. Purtroppo la pandemia non ha lasciato alcun margine di scelta.
Tanto rammarico e dispiacere nei quartieri, nelle associazioni e in tutta la città. Non è ancora tempo per la rinascita, la pandemia ha segnato la vita di tutti noi negli affetti delle persone che si è portata via, nella crisi economica e nell’incertezza del domani. Tutto questo va al di sopra della Giostra del Saracino.
La decisione era annunciata e nessuno ha mai creduto nel miracolo anche perché, come era giusto che fosse, se festa doveva essere non poteva avere limiti nell’amore e nella passione che gli aretini mettono nel Saracino rendendolo unico e inimitabile.
Ma da ogni situazione negativa si può sempre trovare qualcosa da cui ripartire con maggior forza e speranza.
L’inverno giostresco che proseguirà fino al prossimo anno può essere utile a tutti: all’amministrazione comunale, ai quartieri e a tutti i quartieristi. Questa lunga pausa può far capire se e come è possibile migliorare la “Festa”, se le cose fatte fino adesso vanno nella giusta direzione e dove possono essere migliorate.
La Giostra del Saracino deve guardare oltre la pandemia.
Sarà l’occasione per capire quali saranno i programmi dei candidati a sindaco per la Giostra del Saracino nei prossimi cinque anni, uno di loro tra due mesi circa sarà chiamato poi a realizzare il suo programma.
Nuove visioni e progettualità anche per i quartieri che tra circa sei mesi saranno chiamati al rinnovo di tutti gli organismi statutari.
Questa pausa può quindi essere utilizzata non per pensare al passato ma per guardare al futuro attraverso progettualità e nuove idee che possano portare crescita e sviluppo in ambito storico, culturale e sociale alla Giostra del Saracino.