La storia delle selle da Giostra e l’episodio del furto a Martino Gianni raccontati da Federico Stendardi e Giorgio Marmorini.
IL FURTO
Federico Stendardi, cavaliere vincitore di 3 prove generali ci racconta i fatti:
“Eravamo a cavallo del millennio, al tempo il campo prova di Sant’Andrea era a Civitella in Val di Chiana, proprietario Martino Gianni. Una mattina ci chiamò il custode dicendo che la porta della selleria era stata distrutta e che probabilmente erano state portate via alcune selle. Arrivati sul posto con Martino e gli altri ci accorgemmo che mancavano 4 selle, tra cui la preziosissima sella da Giostra di proprietà del quartiere. Forse non tutti sanno infatti che le selle con cui gli 8 cavalieri corrono Giostra contro il buratto sono esemplari unici, fabbricati dalla “Prestige” appositamente per la Giostra del Saracino di Arezzo.
Furono commissionate dal comune nel 92’ insieme all’introduzione dei nuovi vestiti, con la
specifica richiesta di qualche modifica per farle sembrare il più “antiche” possibile, inserendo borchie e merletti che le rendessero somiglianti a quelle usate in precedenza che erano ormai diventate troppo logore e consumate. Quando fu comunicato alla Prestige il tipo di competizione a cui sarebbero state sottoposte queste selle, l’azienda fece molto di più; alla loro classica sella “Trekker” fu infatti adattato un arcione rinforzato per renderlo più robusto e sicuro nell’impatto contro il buratto. Con questa premessa possiamo dunque immaginare lo sconforto in cui tutti noi delle scuderie precipitammo, Andrea Lanzi e Martino cercarono in tutti i modi di recuperare quella sella, rivolgendosi alla gente più disparata senza però riuscire ad ottenere nulla. Si decise dunque di chiedere alla Prestige il rifacimento del bene rubato, ma anche qui sorsero alcuni problemi: innanzitutto il colore, quelle del 92’ furono prodotte color “testa di moro” ma nel 2000 quel pigmento non veniva più utilizzato, gli unici colori disponibili erano marrone o nero. Dopo un’intensa trattativa la sella venne fatta marrone ed in seguito vi furono applicati vari trattamenti per renderla il più simile possibile al testa di moro. L’altra complicazione riguardava i materiali che nel corso degli anni trascorsi erano notevolmente mutati, in particolare l’arcione che era stato un elemento modificato appositamente, era impossibile da ricreare con i materiali dell’epoca. Ecco dunque che un attento osservatore noterà che la sella usata da Martino Gianni dagli anni 2000 in poi, passata a Stefano Cherici ed oggi a Tommaso Marmorini è leggermente diversa da tutte le altre 7 che vengono utilizzate in Giostra”.
LE SELLE DA GIOSTRA
Giorgio Marmorini ci racconta altri particolari:
“L’articolo 23 del regolamento tecnico della Giostra del Saracino prevede che l’ingresso in piazza dei giostratori debba avvenire “con selle integrali in dotazione alla Giostra”. Gli 8 esemplari unici consegnati dalla Prestige ai Quartieri sono infatti bollati, cosi da non poter essere sostituiti. Considerando il fatto che oggi ogni quartiere oltre ai due giostratori titolari deve averne almeno un’altra coppia che disputi la prova Generale, più alcuni giovani da far crescere si è ovviamente reso indispensabile per le varie scuderie acquistare altre selle, non ufficiali, ma sempre nel modello “Trekker”. In fondo il regolamento non prevede di dover utilizzare la sella da Giostra se non in occasione della stessa, esentando dunque prove in piazza e prova Generale. Prima del 92’ le selle utilizzate erano le stesse in dotazione ai reggimenti dell’Esercito Italiano che a dire la verità si avvicinavano molto al modello poi confezionato dalla Prestige, anche se avevano dei difetti rispetto al lavoro che dovevano svolgere. Prima che si decidesse di affidare la realizzazione dei nuovi prototipi alla Prestige infatti, una commissione giostresca capitanata dal Dott. Pieraccini si era recata a Grosseto (dove si trova il reggimento Savoia Cavalleria) per acquistare degli arcioni nuovi da sostituire con i vecchi ormai logori e non più aggiustabili. La novità era che questo modello di arcione era tenuto insieme con dei chiodi anziché con delle funi come era sempre stato nelle selle usate nelle edizioni precedenti. Col senno di poi fu un errore grossolano in quanto i nuovi arcioni si dimostrarono troppo poco elastici per assorbire il colpo del buratto e spesso finivano per rompersi creando grande pericolo sia per il cavallo che per il cavaliere. Dopo questa brutta esperienza si decise dunque, tramite il mitico Pasqualino, proprietario di un negozio di equitazione in via Ristoro, di contattare l’azienda italiana Prestige e ricordo che il prezzo per ogni sella prodotta fu fissato in due milioni e mezzo di lire. Dopo quasi 30 anni dobbiamo ammettere che fu uno degli investimenti più saggi che la Giostra abbia fatto”.
Leonardo Maccioni