Quante volte abbiamo sognato di giocare al Saracino sopra un tavolo fantasticando così come si gioca a Risiko o Monopoli. Bene quello che una volta poteva essere un sogno nel cassetto oggi sta per diventare realtà. Se vogliamo essere precisi è già realtà, manca solo l’ultima spinta, quella che, come definisce Tommaso Guzzo, fa “nascere il bambino”.
Tommaso Guzzo è l’autore e ideatore che ha realizzato il sogno di appassionati quartieristi, degli amanti dei giochi in scatola e di coloro che per qualsiasi motivo sono legati alla Giostra del Saracino e alla sua terra. A pensarci bene l’idea e la realizzazione poteva concretizzarsi solo con un “forestiero” distaccato, Tommaso non ce ne vorrà, che meglio di altri poteva riuscire a focalizzare ogni particolare nel suo preciso contesto.
Nella conversazione che abbiamo avuto con lui per capire bene l’idea e il progetto emerge la passione e l’amore che la Giostra del Saracino è riuscita a trasmettergli.
Tommaso è nato a Firenze e si laurea ad Arezzo in lettere e filosofia, al campus del Pionta. Nel 2007 resta folgorato dal Saracino. Dalla sua abitazione prima e da piazza del comune poi, dai suoni e dalle comparse che fanno rivivere la storia della nostra città, l’autore del gioco viene attratto e conquistato dalla nostra Festa.
“La Giostra del Saracino unisce le persone anche se non si conoscono – inizia così il racconto di Tommaso Guzzo – da troppo tempo mi sono dedicato a realizzare un gioco che simulasse la Giostra del Saracino, manifestazione unica nella sua bellezza, più vicina anche a chi non la conosce o non la può vivere come fate voi aretini. E’ proprio in via Cesalpino (dove abitavo durante i miei studi aretini) che mi sono innamorato del Saracino; ancora oggi, se ci ripenso, fu amore a prima vista e nei miei occhi rivivo ancora quei momenti.”
Oggi Tommaso Guzzo, nato a Firenze nel 1978, vive a Follonica, é felicemente sposato con Alessia, con la quale divide anche il lavoro e babbo di tre splendidi bambini.
La scintilla si accende nel 2007: “Quella giostra fu vinta da Porta del Foro, con Enrico Giusti e Gabriele Veneri: la giostra, i cavalli, i suoi continui colpi di scena mi catturarono, facendo maturare poi l’idea che la vostra Festa poteva trasformarsi in un gioco di carte, bellissimo e appassionante così come lo è dal vivo.”
La passione per i giochi in scatola Tommaso ce l’ha sempre avuta ed è una sua passione che lo trascina a realizzare questa impresa. Proprio così la possiamo chiamare, una vera impresa, per noi che lo ascoltiamo, mentre dalle sue parole si capisce che è stato un sogno che si realizzava poco a poco, che lo divertiva e appassionava sempre di più.
“Il gioco è pronto – ci dice l’autore del gioco – manca solo l’ultimo passaggio, quello istituzionale, per dare il via ai lavori per la stampa e la distribuzione del gioco. Siamo in trattativa con il comune, il mio interesse è solo quello che il gioco possa venire alla luce e vada nelle case degli aretini, nei circoli dei quartieri, perché a mio parere è davvero divertente e appassionerà tutti coloro che ci giocheranno.”
Senza svelare troppo il gioco, ci addentriamo un po’ nelle regole per scoprire qualcosa che possa stimolare ulteriormente la nostra fantasia: “Il gioco è molto rapido, così come è rapida la giostra quando si vanno a disputare le carriere. C’è l’influsso dei figuranti che rivivono la storia di Arezzo che ho voluto mettere dentro il gioco perché sono l’essenza della vostra festa e della storia di Arezzo. A seconda di cosa fanno i figuranti si può modificare l’esito del gioco, come succede in piazza. La vostra “sfurfurina” l’abbiamo messa nel gioco e può condizionare l’esito finale. Il regolamento è stato testato in ogni minimo particolare, un lavoro lungo oltre dieci anni.”
Una cosa è avere in mente l’idea ma realizzarla è tutt’altro che facile “Sono sempre stato appassionato di giochi di ruolo e da tavolo, mi sono costruito tanti gruppi e con gli amici aretini che avevo e ho tutt’ora li ho chiamati a raccolta quando il gioco era in fase beta, con carte e cartellone stampate da me in casa. Un lungo travaglio, ma adesso siamo arrivati davvero a vedere la luce.”
Ma come si riesce a curare tutto fino al minimo dei particolari “Questo è per me un hobby che mi rilassa: all’inizio ho dato forma al gioco, scritto il regolamento. Mi sono trovato in mano questo oggetto che si materializzava di volta in volta. Ci sono cinque mazzi, si alternano le pescate, i quartieristi che ti sostengono, i cavalli con i loro pregi e difetti, il tutto avvolto da una regola fondamentale la più importante.”
Quando Tommaso ci svela la regola fondamentale del gioco capiamo che è riuscito nell’impresa di trasformare in un gioco in scatola il saracino. “La regola è la facoltà che il cavaliere ha di piegare il destino. E’ la giostra: è “Terra d’Arezzo”. Ho voluto inserire nel gioco questa frase perché è l’essenza di un atto sovrannaturale quello di piegare il destino, nella vita, così come nel gioco. Mi sono chiesto: e come faccio a piegare il destino? Semplice: con il “braccio robusto”! Cavaliere, Cavallo e Capitano e perfino i Rettori di Quartiere possono cambiare le sorti del gioco. E il destino lo si può cambiare nel bene o nel male. Era tutto scritto è la giostra, bastava solo metterlo sul tavolo da gioco.”
Un lavoro lungo tanti anni ma piacevole, un hobby per Tommaso e le persone che in questi anni hanno contribuito a completarlo “Tante persone assieme a me hanno portato avanti il lavoro per realizzare questo progetto. Mauro Castelli, Claudio Milesi, Walter Sirianni (un vero talento) a cui sarà affidata la parte grafica, Gianmario Marrelli (coautore, professore informatico) e tanti altri che hanno contribuito affinchè il progetto potesse essere degno della Giostra del Saracino. Quando tornavo a casa per testare giocavo anche da solo per capire se poteva funzionare la cosa. I disegni per la beta li ho realizzati quasi tutti da solo la notte.”
Ci sono poi curiosità che ci spingono a svelare altre cose come i cavalieri, e il numero dei giocatori “Le nobili casate sono il legame con la storia di Arezzo, ognuna ha forze ma anche debolezze e loro giostrano per i quartieri che sono addirittura sei con l’espansione, avendo inserito anche Porta Burgi e Saione nell’espansione di 60 carte. Al gioco si può partecipare anche in più di sei giocatori, se si distribuiscono i ruoli come quello del Capitano, Giostratore ecc. Ognuno di loro può modificare il destino del gioco. E spesso non saremo noi a scegliere la carta pescata, ma il quartiere “avversario”, ovvero quello che ci segue nell’ordine di carriera. Il gioco parte naturalmente con l’estrazione delle carriere e il paggetto.”
Lo sprint finale è arrivato durante la pandemia a marzo “Vero – commenta Tommaso – è stato Tommaso Gamurrini che io conoscevo bene a suggerirmi di parlare del gioco con l’amministrazione comunale e così da qual momento il progetto ha avuto una accellerata.”
Il sogno e la speranza di Tommaso Guzzo è quello di vederlo sotto l’albero di Natale o prima della giostra di Giugno.
Quale è stata la soddisfazione più grande ricevuta “La cosa più difficile ma anche la soddisfazione più grande è quella di riuscire a dare una struttura alle idee che tu hai quando vai a realizzare un’opera qualunque essa sia marmorea o mentale. Fare é anche Pensare.”
Prima di salutare Tommaso Guzzo gli chiediamo se vuole aggiungere un’ultima cosa “Un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato a questo progetto e una dedica speciale a mio suocero Massimiliano Paris, un maestro di vita per me e mia moglie Alessia che ancora ci ispira.”
La prima partita con il gioco Tommaso la farà con la sua famiglia, cercando la rivincita con i figli che già hanno conquistato la Lancia d’Oro nella versione beta e che ne vanno fieri, perché alla fine, solo con il “braccio robusto del Cavalier si piega il destin”.