Per i primi settanta anni di vita la Giostra del Saracino ne ha fatto a meno, oggi sembra essere il ruolo principale da dove iniziare a costruire una vittoria in piazza grande. Le squadre tecniche dei Rioni si sono dotate tutte “dell’uomo a terra” o “allenatore” come dir si voglia. Li abbiamo incontrati per conoscerli meglio e capire come si costruisce un cavallo, un giostratore una vittoria. Il primo che abbiamo incontrato è Stefano Pelosi non allenatore ma come dice lui ma addestratore di cavalli di Porta Santo Spirito.
Quanto è stato faticoso mentalmente restare quasi due anni senza avere certezze per correr giostra.
Lo è stato per i giostratori coloro che realmente si mettono alla prova quel giorno. Per quanto mi riguarda programmando il lavoro della scuderia ho dovuto cambiare il programma di allenamento, fare delle variazioni in base a quelle che sono state le necessità per i cavalli e cavalieri. Abbiamo dedicato tempo a cose che quando hai la giostra vicina trascuri un po’, mi auguro che i particolari su cui abbiamo lavorato di più diano i risultati sperati.
Come sono stati riprogrammati gli allenamenti.
Principalmente abbiamo fatto attenzione alla quantità di lavoro da svolgere per preservare fisico e mente dei cavalli. Un anno senza giostra ti permette di lavorare su dettagli ma con l’intensità diversa da quella tipica di un calendario in cui hai la sfida al Buratto.
Come arrivano i cavalli alla giostra dopo due anni di stop, quali possono essere le insidie per i Quartieri.
Credo che le insidie più grandi possano essere più nella testa dei giostratori, l’emozione sarà forse da controllare con più attenzione, i cavalli a parte qualche soggetto nuovo che valuteremo in piazza non credo possano avere problematiche ulteriori rispetto al passato.
Olimpia quanto è cresciuta.
Mi auguro sia cresciuta tanto, ma questa risposta la può dare solo la piazza. Sono soddisfatto del lavoro che abbiamo fatto con lei, i cavalli hanno bisogno di tempo e lavoro. A noi serve per capire loro e al cavallo per capire il cavaliere e quello che gli stai chiedendo per cercare di trovare la situazione ideale dove cavallo e cavaliere possano dare il meglio. La cavalla a casa è cresciuta, in piazza si è dimostrata seria e affidabile c’era da pulire molte cose a livello equestre e questo era normale dovevamo “adattarla” al lavoro e alle cose che noi le chiedevamo in questi casi un anno di lavoro è necessario.
Avete altri soggetti che si conoscono di meno come Farfalla e Alonso.
Farfalla è già venuta in piazza e l’esperienza fatta fu positiva, vediamo se riusciremo a fargli fare una Prova Generale è giusto vedere a mio parere di che pasta è fatta. Alonso si sta comportando bene ma va testato in piazza vediamo a settembre cosa succederà.
Sei una persona che difficilmente si mette in mostra in piazza, se mi permetti la battuta il tuo lavoro è sempre dietro le quinte. Ci descrivi Stefano Pelosi all’interno della squadra tecnica gialloblù.
Cerco di portare all’interno della squadra tecnica quelle che sono le mie competenze, non ho competenze di lancia quello che ho imparato l’ho “rubato” con occhi e orecchie a Gianmaria, Elìa e prima a Martino. Metto a disposizione la mia esperienza e conoscenza equestre per fare in modo che il cavallo, elemento principale per fare la giostra, sia il più possibile disponibile a fare quello che gli viene richiesto dal suo cavaliere.
Ci spieghi meglio.
Mi dedico all’addestramento del cavallo, a migliorarlo sotto l’aspetto fisico e psichico per ottenere una maggiore e migliore maneggevolezza per i cavalieri. Nella lizza qualcosa sto iniziando a capire e dire la mia opinione anche se mi concentro sempre molto nel focalizzare le correzioni da fare nel cavallo come le traiettorie e partenze. Per quello che riguarda il tiro sono Gianmaria e Elìa che si confrontano e danno indicazioni, io ascolto e cerco di capire facendo tesoro di queste esperienze. Dedico tutto me stesso al lavoro per cercare di arrivare alla carriera del cavallo il più possibile vicina alla perfezione.
Come si lavora con Elìa e Gianmaria.
Siamo amici mi trovo benissimo
La difficoltà più grande per un uomo di cavalli come te nel costruire un cavallo da giostra.
Per la giostra di oggi serve un alto livello equestre, più alto è il livello equestre del cavaliere e più facile sarà progredire e rendere l’animale affidabile. Devi riuscire ad essere bravo e far progredire cavallo e cavaliere che di volta in volta il Quartiere decide di assegnargli. Molto importante è la costruzione mentale che si ripercuote sul fisico, e il fisico che si ripercuote sull’aspetto mentale. Tutto questo incide sulla conoscenza che hanno cavallo e cavaliere, gli strumenti tecnici a disposizione per gestire ogni situazione; più strumenti e conoscenze si hanno a disposizione e più facile sarà gestirle. Per questo motivo serve un cavallo che a livello equestre deve essere molto preparato.
Quale la parte più importante in una carriera per il cavallo.
Sicuramente l’aspetto mentale. La giostra è una competizione ripetitiva, i cavalli quando entrano in queste situazioni tendono ad anticipare molto e quando anticipano non rispondono più al cavaliere. La parte più difficile sta nell’avere il cavallo sempre con il cavaliere. Se il cavaliere è spento lo è anche il cavallo, se il cavaliere si accende lo è anche il cavallo, se ci può essere una finta accezione occorre poi calmarsi il difficile è questo. Costruire una partenza corretta aiuta poi ad avere una carriera lineare.
Come avviene la ricerca di un cavallo adatto al Saracino.
Una prima selezione la fa il tipo di morfologia in base anche ai differenti modi di tirare e impostare la carriera del cavaliere, non tutti i cavalieri pesano 60 kg, una prima grossa scrematura è morfologica. Superata questa personalmente ci deve essere qualcosa a pelle che mi deve convincere che è difficile da spiegare. Questi cavalli non li vai a provare in altri quartieri o da chi prepara cavalli da giostra, nel 99% dei casi sono finiti dal commerciante. Questi cavalli hanno delle reazioni dovute a situazioni del momento tu in quel momento ti assumi un rischio decidendo che secondo te l’animale lavorato in un determinato modo può diventare un cavallo da giostra.
I giovani che completano la squadra di giostratori gialloblu come li vedi.
Molto bene sono tutti concentrati, maturati al punto da capire quale è l’errore che hanno commesso. Questo aspetto è fondamentale per migliorare e progredire altrimenti brancoli nel buio. Sono loro i primi a fare le valutazioni sull’errore che può essere stato fatto e le valutazioni fatte sono sempre corrette quando si confrontano con me Elìa e Gianmaria. Questa è una tappa fondamentale del percorso che devono fare perché sta a significare che hanno la piena gestione del cavallo e della carriera.
Il tuo è un ruolo fondamentale nella giostra moderna, hai qualche collega che guardi con particolare attenzione?
Da appassionato osservo sempre tutti per migliorare tecniche di addestramento perché ovunque ci possono essere cose per apprendere in qualsiasi disciplina dove è presente il cavallo. In ambito giostra è difficile, le occasioni sono poche non ci sono i momenti dove poter “osservare” il lavoro degli altri. Durante le prove li guardi un minuto ma è difficile dare un giudizio o capire il programma di lavoro che sta portando avanti. Sono sempre molto attento, osservare gli altri mi serve per migliorare.
Tutti chiusi nelle proprie scuderie, sarebbe utile avere qualche appuntamento fisso durante l’anno dove confrontarsi.
Assolutamente si, ti trovi che vai a giocarti la Lancia d’Oro senza aver mai fatto una amichevole, passami il paragone calcistico, sarebbero utili e funzionali per valutare cavalli e cavalieri dove l’affiatamento è alla base. Queste potrebbero essere tappe fondamentali per aiutarci nel lavoro che facciamo durante l’anno. Due appuntamenti uno in primavera e uno prima del Natale sarebbero perfetti.