Terzo appuntamento con gli “allenatori di giostra” è la volta di Alessandro Vannozzi guida di Porta Crucifera con Maurizio Sepiacci. La famiglia Vannozzi e la Giostra del Saracino hanno sempre camminato assieme 90 anni a braccetto. Dopo una carriera da giostratore fenomeno ha appeso la lancia al chiodo quando ancora poteva recitare la parte di Alessandro “Magno” per ancora diversi anni. Dopo una brevissima esperienza a Porta del Foro Alessandro è stato chiamato da Colcitrone per riportare la vittoria a Palazzo Alberti e far crescere i giostratori rossoverdi.

Alessandro come avete trascorso un anno e mezzo lontano da piazza grande. 

Posso dire in modo molto tranquillo. A differenza di altri allenatori a Porta Crucifera siamo in due prima Andrea Barbagli adesso con Maurizio Sepiacci ci alterniamo sulle sedute di lavoro. Mi occupo più della parte di lancia anziché dei cavalli, alla fine ho sempre avuto più tempo libero. Fin dall’inizio non ho mai affrontato l’incarico a full time il tempo che posso dedicare è minore, per motivi personali non lo posso fare quotidianamente.

Per i tuoi ragazzi quanto è stato difficile trascorrere il periodo di inattività forzata.

Tutti gli atleti che fanno sport trovano gli stimoli nella gara ma io sono convinto che se una persona ha la passione per il cavallo lo stimolo lo trova ogni giorno. Il cavallo è un animale e il divertimento lavorando con lui lo trovi di giorno in giorno. Andare a cavallo non è come  montare una moto che può essere sempre uguale. Se lavori con un cavallo lo stimolo lo devi avere per forza altrimenti non vai avanti. I ragazzi li ho visti sempre positivi e con tanta voglia di lavorare.

Questa pausa forzata per il tuo lavoro e quello dei giostratori è stata utile per crescere e raggiungere gli obbiettivi che vi eravate dati?

Non parlando del gruppo che sto allenando ma in senso generale a mio parere la cosa è soggettiva da cavaliere a cavaliere e dal loro carattere. Se sei una persona che cerca di perfezionarsi sempre, di capire dove sbaglia e dove fa bene osservando i compagni; se hai questa mentalità nel lavoro quotidiano che siano trascorsi due anni dall’ultima giostra o nove come prima della pandemia non c’è differenza. Dipende tutto dall’atleta e da come interpreta il lavoro che svolge, quanto è grande il suo interesse e quanto gli piace. Oggi se un giostratore non migliora i particolari non potrà mai essere al vertice, questo vale in tutti gli sport non solo nel saracino. Devi cercare sempre l’errore, cosa e come migliorare, osservare quelli più bravi di te. Il saracino è come la vita: nel lavoro se tu non migliori ogni giorno e se non fai bene il giorno dopo nessuno ti darà da lavorare, così nella giostra se tu non sei bravo e non colpisci il punto richiesto la volta dopo non sei più titolare anche se ti chiami Vannozzi. Un giostratore è figlio del risultato e va avanti solo se riesce.

Come si migliora il particolare nella carriera.

Devi osservare sempre i più bravi, quando vedi cavalieri che montano con cavalli sereni, quando colpisci il buratto e ogni anno è la stessa cosa vuol dire che il lavoro che stai facendo è quello giusto. Ogni giostratore si deve adattare a se stesso perché come diceva Martino “Franco Ricci l’ho guardato tanto ma non avrei mai potuto montare come faceva lui, la staffatura non poteva essere la stessa”. Martino ad esempio si è riadattato al suo fisico e questi sono quei particolari che ti dicevo prima che alla fine fanno la differenza. Se tu guardi una quintana vai ad osservare e studiare Innocenzi, per capire come monta e colpisce il moro, se vuoi migliorare ed arrivare al suo livello questa è l’unica strada.

Quanto è importante saper montare bene a cavallo.

Un giostratore deve obbligatoriamente avere una base di equitazione alle spalle. Sicuramente ti aiuta ma comunque per fare queste competizioni poi ti devi sempre riadattare perché se vieni dall’ostacolo non puoi pensare di montare un cavallo sulla lizza come in un concorso di salto. Ci sono tanti particolari che devi essere in grado di capire e saper riadattare. Bravo è il cavaliere che si adatta sempre alla manifestazione che va a fare. 

Ci sono allenatori che programmano il lavoro minuziosamente: tempo, esercizi. Il metodo Vannozzi come è strutturato.

Io non programmo mai l’allenamento, quando si monta a cavallo almeno nel mio caso, cerco di capire che giornata è per il cavallo e cavaliere. Cerco sempre di variare il lavoro e non fare mai le stesse cose. Una base di programma giornaliera c’è sempre ma poi quando sei sulla lizza e nel rettangolo ti adatti alle situazioni del momento. Il cavallo mi dice quale tipo di lavoro si fa quel giorno.

Mentre sulla lizza dove concentri di più l’attenzione.

Principalmente al pozzo lavorando molto sulla partenza. Si tende sempre molto a curare la partenza perché si parte da fermo, devi riuscire nell’intento di far fare al cavallo movimenti precisi, cercare di ripetere sempre le stesse cose nei soliti punti e far capire bene cosa gli chiedi. Sono importanti i movimenti che fa il cavaliere al pozzo con il cavallo, l’esempio principale è quello di Santo Spirito che hanno trovato beneficio nel fare certe cose e oggi riuscirebbero a ripeterle con qualsiasi cavallo.

Quanto sarebbe diversa la partenza senza l’allenatore a terra.

All’inizio potrebbe creare qualche svantaggio ad alcuni ma ben presto riuscirebbero a trovare la soluzione. Stessa cosa se chiudo il buratto, il lavoro alla fine ti porta sempre a trovare le giuste soluzioni.

A proposito di Buratto quanto veramente è aperto rispetto agli inizi della tua carriera.

Era tutta un’altra storia era più chiuso più duro era come battere in un muro, oggi è cambiato molto è completamente aperto.

Lavori in coppia con Maurizio Sepiacci quale è la vostra distribuzione dei compiti.

Non c’è una suddivisione di compiti, vediamo molte cose allo stesso modo. Il nostro è un confronto continuo, della volte resto dietro il buratto altre ci scambiamo, ma sempre parlando e confrontandoci su tutto. Non sono presente tutti i giorni al campo prova molto dipende anche dal cavaliere e quanto crede nei tuoi insegnamenti.

Un giostra secca sarà molto complicata dopo due anni di stop.

In generale mi aspetto una giostra come quando si corre a giugno dopo l’inverno giostresco. Vincerà chi avrà curato di più e meglio i particolari. Mentalmente e atleticamente sanno tutti che devono arrivare all’appuntamento in condizioni perfette altrimenti non saranno competitivi.