La figura del Capitano – 4° capitolo

La serie sull'evoluzione della figura del Capitano di Quartiere dagli inizi fino ad oggi

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IL CAPITANO – LA SERIE

L’evoluzione della figura del Capitano di Quartiere dagli inizi fino ad oggi. Come si è trasformato il ruolo più importante in piazza in 90 anni di storia attraverso i protagonisti che hanno fatto la storia e cambiato la figura più importante del quartiere durante la sfida ad Burattum.

CAPITOLO 4 – CAPITANI VIAGGIATORI

La rinascita di rievocazioni storiche in tutta in Italia incide notevolmente sulla Giostra del Saracino. I quartieri hanno già iniziato a viaggiare, Capitani e dirigenti conoscono Foligno, Ascoli Piceno e Faenza realtà nuove dove cavalieri capaci, dotati di abilità equestri di alto livello in poco tempo attirano la loro attenzione.

Il “Capitano capopopoloinizia a viaggiare, si documenta e conosce manifestazioni diverse dalla Giostra del Saracino, capisce fin da subito che il livello tecnico è superiore a quello presente della piazza aretina. La scoperta è quasi casuale, la passione e l’amore per la Giostra del Saracino porta quartieristi e dirigenti ad affrontare trasferte per conoscere e apprezzare nuove rievocazioni storiche. I capitani sono viaggiatori alla scoperta di nuovi talenti.

L’inizio delle trasferte e la corsa ai cavalieri inizia da Foligno. Abbiamo già detto che Marcello Formica e Paolo Giusti sono i primi e dimostrano subito alla piazza che la scelta di andare in giro per l’Italia è sicuramente giusta per ottenere buoni risultati e fare il salto di qualità che possa creare un divario con i quartieri rivali. 

Sono Vittorio Farsetti e Assuero Pieraccini che si sfidano in quel di Foligno dove ci sono Giusti e Formica. All’epoca non ci sono grandi risorse economiche da mettere sul tavolo della trattativa con il cavaliere forestiero, il fascino della sfida aiuta la trattativa ma non mancano certo i colpi bassi per soffiare il “fenomeno” al rione rivale. Questo è il caso della disputa tra Porta Crucifera e Porta santo Spirito per prendere Paolo Giusti Assuero Pieraccini in “Racconti di Giostra” svela tutti i retroscena

Marcello Formica è un grande cavaliere, quando arriva ad Arezzo oggi diremo essere il Top Player. Uomo dotato di grandi principi morali elegantissimo nel suo modo di correre mentre il suo rivale Paolo  Giusti è il cavaliere nascente quello che gli contende il posto in tutte le rievocazioni storiche in primis nella terra di Foligno. Formica quando vince il 4 settembre 1966 in coppia con il fantino del Palio di Siena Fernando Leoni detto “Ganascia” non chiede alcun compenso ma solo una bandiera cucita a mano a ricordo della vittoria riportata in piazza grande. Un personaggio preparato, meticoloso, serio che arriva ad Arezzo da due manifestazioni dove la tecnica la faceva da padrona dove contavano molto il cavallo. A Paolo Giusti il “Baldo” e Marcello Formica è legatissimo un Capitano di Santo Spirito Oscar Stanghini vittorioso di tre lance d’oro su quattro ricoprendo quella carica. Stanghini oggi prima ancora di “viaggiatore è “Capitano coraggioso” lui il protagonista che nel 1969 dopo aver vinto la lancia d’oro viene presa e rotta in due pezzi da un’altro quartiere e lui “il Coraggioso” si getta in mezzo ai figuranti avversari per riappropriarsi del pezzo rotto e consegnare il trofeo al Rettore Teoni. Episodi che resteranno indelebili nella storia della Giostra del Saracino. 

Il ruolo del Capitano continua la sua evoluzione, il capopopolo che fa scherzi nei quartieri avversari dove trova il “Ghenga” come suo punto più alto inizia a capire che qualcosa sta cambiando e la tecnica è entrata prepotentemente in piazza grande. Senza di essa in futuro sarà sempre più difficile portare la lancia d’oro al quartiere. Lo dimostrano i fatti, i “Capitani Viaggiatori” in giro per l’Italia a guardare le manifestazioni storiche per scovare nuovi giostratori che dovranno andare a sostituire i nomi storici della piazza che fino a quel momento hanno scritto e fatto la gloria della Giostra del Saracino. 

Si apre una nuova giostra in cui la preparazione è superiore e con l’arrivo di Franco Ricci da Faenza si arriva a regolamentare le prove in piazza così come sono oggi. Le prove che oggi, anche se con alcune trasformazioni, sono figlie di quell’epoca dove i cavalieri hanno una preparazione superiore, e dove nella settimana di prove si prepara cavallo e carriera. Oggi tutto questo si compie esclusivamente all’interno delle scuderie e dei campi prova dei quartieri mentre le prove in piazza sono diventate una sorta di allenamento di rifinitura, detto in gergo calcistico. Le prove avevano un significato diverso, i giostratori a volte non provavano subito, preferivano vedere il colpo del Buratto, la sua chiusura e durezza, c’era molta curiosità tra dirigenze e quartieristi. 

A Porta Sant’Andrea in quegli anni abbiamo il Capitano capopopolo, viaggiatore e se volete potete aggiungere la vostra definizione migliore e più appropriata: Enzo Piccoletti

Enzo Piccoletti entra in piazza da Capitano del quartiere nel 1961 per restarci fino al 1975. Piccoletti è ricordato da tutti come un grandissimo Capitano uno degli immortali. “Accentratore, carismatico si metteva a tavola a chiacchierare del quartiere di giostra ma anche di Arezzo della sua storia essendo un grande appassionato, lui era Rettore Capitano era tutto – racconta Claudio Milesiun vero capopopolo, chi diceva Sant’Andrea diceva Enzo Piccoletti. Nella sua bottega di biciclette tutto il popolo biancoverde si fermava da lui per parlare e ascoltare le sue storie. E’ stato un grande comunicatore con i ragazzi che si avvicinavano e frequentavano Sant’Andrea. Ci veniva a prendere a casa e ci accompagnava alle prove dei Musici o in sede al quartiere, era una persona che stava bene con i giovani.”

Piccoletti, quindici anni da Capitano e quattro lance d’oro conquistate, era la stessa persona con il popolo e con i giostratori è lui che apre, grazie al contributo di Carlo Alberto Ciofini la strada per Faenza dove Arezzo e la Giostra del Saracino si legherà ininterrottamente fino a metà degli anni ‘90. Piccoletti e Sant’Andrea scoprono la strada che porta alla scuola dei cavalieri faentini dotati di uno stile proprio e di una tecnica unica. L’esponente più grande di questa scuola è stato Franco Ricci che ha scritto pagine indelebili non solo ad Arezzo ma in ogni luogo dove si corre una rievocazione storica. Piccoletti porta ad Arezzo il giovanissimi Mario Giacomoni, Vittorio Zama, Vincenzo Verità. “Era una grande amicone, con i quartieristi e con i giostratori, all’epoca le risorse economiche erano pari a zero, a volte ci sono state anche incomprensioni ma tutto alla fine si risolveva – ci racconta Claudio Milesi – Enzo in piazza decideva tutto lui: chi tirava per primo, gli spareggi. Piccoletti ebbe il merito di avvicinare al quartiere anche grandi figure cittadine come Municchi, Papini e Mengozzi persone più lontane delle dinamiche di giostra.”

Piccoletti è stato anche colui che manda in piazza l’aretino Mario Capacci nel periodo dove i forestieri la facevano da padroni contro il Buratto.

A Porta del Foro si fa strada una figura nuova, un Capitano che segnerà un’epoca per il quartiere della Chimera: si tratta di Marcello Innocenti.

Un ringraziamento a Claudio Milesi e Giorgio Marmorini per il contributo e la collaborazione

CAPITOLO 1 – DAL REGOLAMENTO AL MITO DEL COSTUME

CAPITOLO 2 – L’INIZIO… DEL MITO

CAPITOLO 3 – IL CAPO POPOLO