In attesa della 142esima edizione della Giostra del Saracino, Correr Giostra ha incontrato i Rettori dei quattro quartieri per fare il punto sul presente e futuro della manifestazione e del rispettivo quartiere. Primo appuntamento con Roberto Felici, rettore di Porta del Foro, che ringraziamo per la disponibilità.
Ci parli un pò del presente e del futuro del suo quartiere?
“Al momento Porta del Foro gode senz’altro di ottima salute. I numeri di partecipazione alle nostre iniziative sono costantemente in crescita, un trend positivo che è iniziato alcuni anni fa e che ci garantisce un seguito numeroso ed entusiasta. Abbiamo in cantiere progetti importanti, condivisi in un programma triennale che alla fine di questo mandato ci dovrebbe consentire di colmare quel gap strutturale che ancora abbiamo rispetto agli altri quartieri. Non nego che questo è un momento cruciale per il nostro Quartiere ma sono convintissimo che con tutto l’impegno che il Consiglio e i soci ci stanno mettendo arriveranno presto i risultati che ci siamo prefissi”.
La Giostra moderna, sta evolvendo dall’essere una semplice manifestazione storica, come ci si prepara ad affrontare una Giostra oggi, rispetto al passato?
“Oggi è necessario approcciarsi alla manifestazione in maniera molto più professionale rispetto al passato. In tutti i campi di attività, non solamente dal punto di vista tecnico e della preparazione dei giostratori. L’organizzazione delle giornate di avvicinamento alla Giostra implica un’attenzione diversa rispetto al passato per i numeri dei partecipanti, ci sono sempre più obblighi da assolvere ed è diventato necessario il coinvolgimento di figure tecnico professionali che prima non servivano. Anche nel settore tecnico, innovazione e attenzione ai dettagli sono ormai entrati nel lessico quotidiano di un gruppo scuderie che deve necessariamente guardare al futuro e alla crescita sia interna che della manifestazione nel suo complesso”.
La Giostra è ormai alle porte, cosa si aspetta dalle “carriere” del prossimo 4 settembre?
“Mi aspetto di dimostrare in Piazza Grande che il nostro livello di preparazione non è quello visto nell’ultima Giostra. Ci crediamo fortemente ed è arrivato il momento che accada. Il nostro movimento sociale ne ha bisogno e una Giostra ad alto livello ci darebbe il morale per continuare il lavoro che abbiamo intrapreso e che intendiamo portare avanti senza tentennamenti in questo mandato”.
Le settimane del quartierista ormai da qualche anno la fanno da padrone nel
bilancio annuale di ogni quartiere, grazie alla massiccia presenza di giovani soprattutto in corrispondenza di serate che sono diventate veri e propri cult, come giudica questa nuova tendenza di vivere il quartiere?
“E’ sul periodo pre Giostra che ogni quartiere punta per ottenere i fondi che gli consentono di investire nel proprio futuro, ma non deve bastare. Ormai da anni abbiamo iniziato ad organizzare iniziative che sono spalmate durante tutto l’anno, iniziative che hanno riscosso sempre grande partecipazione. E’ innegabile che durante le settimane del quartierista, data l’enorme affluenza, si perda a volte il contatto più vero con il Quartiere, ma ce ne siamo resi perfettamente conto tutti quanti e stiamo cercando di ritagliare nei programmi sempre più momenti “interni”, dedicati ai quartieristi, dove si parla di Giostra e si cerca di tramandare l’essenza della nostra manifestazione”.
Nella programmazione di un triennio o anche di una singola annata giostresca, quanto è importante dare continuità al lavoro svolto nel corso degli anni?
“Ormai è diventata determinante. I risultati di un lavoro, a meno di colpi di scena, si vedono dopo un lasso di tempo piuttosto lungo. Il problema è che i quartieri non hanno pazienza di aspettare i risultati positivi e tendono a mettere in discussione tutto al primo risultato negativo. E’ compito delle dirigenze tenere ben saldo il timone e credere nel progetto iniziato. Purtroppo per noi, in questo momento storico ci troviamo ad affrontare avversari che hanno una competitività mai vista nella storia della Giostra e tutto diventa più complicato. L’importante è riuscire a fare quello che che sappiamo e dimostrare chi siamo, con serietà e coscienza nei propri mezzi, e i risultati prima o poi arriveranno”.
Ha l’opportunità di proporre pubblicamente a tutto il mondo della Giostra, “svestendo” per una volta il ruolo istituzionale da Rettore che ricopre, consigli, migliorie, idee (cambiando anche ciò che non va), per far crescere e rendere ancora più entusiasmante l’universo giostresco, sia dal punto di vista quartieristico che dal quello tecnico.
“Naturalmente non posso svestirmi del ruolo che ricopro e le proposte particolari ritengo che sia corretto farle nelle sedi preposte, all’interno della Consulta della quale faccio parte. Mi sento invece in dovere di indicare una tendenza generale che andrebbe perseguita e che è quella per la quale la città dovrebbe finalmente puntare in maniera decisa sulla Giostra come veicolo sociale e promozionale. Mi spiego meglio. I quartieri hanno potenzialità enormi come strumento di aggregazione e potrebbero diventare un riferimento per l’Amministrazione e per le altre associazioni se venissero dotati degli strumenti indispensabili per poter ricoprire questo ruolo. Credo che anche a livello territoriale siano realtà con potenzialità ancora inespresse perchè conoscono i territori di competenza all’interno della città e le necessità degli abitanti e potrebbero diventare gli interlocutori privilegiati anche in questo campo. Infine, mi sembra che sia la città che le amministrazioni non abbiano ancora compreso bene come la Giostra viene vista da fuori Arezzo. E’ una manifestazione che piace, che incuriosisce e che invoglia ad essere vissuta e quindi ritengo sia necessario potenziare la parte promozionale e divulgativa, mettendola al centro o quantomeno in posizione preminente nel veicolare il nostro territorio, naturalmente con progetti messi a punto da professionisti del settore. C’è ancora tanto da fare e mi auguro che quanto prima sia intrapresa questa strada”.
Alessandro D.