Consegnate questa mattina ai rettori e responsabili dei costumi dei quattro quartieri e delle associazioni della Giostra le nuove calzamaglie che dalla prossima edizione del Saracino potranno essere utilizzate da tutti i figuranti. Centinaia di calzamaglie realizzate dalla Costumi d’Arte Peruzzi: si tratta di quelle originali, in uso dal 1992, anno dal quale vengono utilizzati gli attuali costumi dopo la dismissione di quelli di Novarese, ma che sono state in molti casi sostituite con altri esemplari poiché usurate. In questo modo tutti i costumi ritornano a essere originali nella loro interezza, in un’ottica di tutela e valorizzazione del costume e della tradizione che l’amministrazione comunale sta portando avanti da tempo.
“Siamo estremamente soddisfatti – commenta il consigliere comunale delegato alla Giostra Paolo Bertini – per essere riusciti a reperire questo materiale preziosissimo dai magazzini della Costumi d’Arte che aveva realizzato gli abiti in uso dal 1992 (le calzamaglie furono prodotte in abbondanza in maniera lungimirante proprio per far fronte all’usura del tempo) e soprattutto di averli acquisiti con risorse ‘autoprodotte’ dalla Giostra grazie ai bandi vinti e agli sponsor”.
L’intervento di ripristino delle calzamaglie originali, così come quelli di manutenzione e risistemazione di costumi e accessori, già fatti o programmati, sono resi possibili anche grazie al contributo degli sponsor principali della manifestazione che ad essa si sono legati per il triennio 2022-2024: Chimet, Orchidea Preziosi e Chimera Gold.
“Poter disporre oggi di calzamaglie originali di tale fattura è una rarità – spiega Jacopo Peruzzi, attuale titolare della Costumi d’Arte – sono pezzi realizzati artigianalmente con una manualità sartoriale e tessuti di qualità destinati ad un uso longevo oggi introvabili. Così come gli abiti di Novarese così ben conservati (anch’essi realizzati dalla Casa d’Arte di Giuseppe Peruzzi poi mutata in Costumi d’Arte) che ho avuto modo di vedere al museo della Giostra quando sono stato in visita ad Arezzo. Ho riconosciuto il tratto di Novarese e quella esperienza e tradizione sartoriale che ancora oggi portiamo avanti”.