Si chiude il percorso di Corrergiostra nei campi prova dei quattro quartieri. Abbiamo incontrato il responsabile delle scuderie “Franco Ricci” di Porta Sant’Andrea, Francesco Bidini.
Francesco grazie per averci concesso il tuo tempo per questa intervista. Ci racconti come e quando ti sei avvicinato al quartiere ed in particolar modo al mondo dei cavalli?
“Permettimi di iniziare facendo un grande ringraziamento a tutti voi di CorrerGiostra che grazie alla vostra grande passione ci permettete tutto l’anno di essere sempre aggiornati su tutto quello che succede e di tenerci perennemente in “clima giostra”. Voglio anche premettere che oltre a me c’è un altro responsabile delle scuderie con cui divido oneri ed onori e che è una colonna portante del nostro campo prova ovvero Pietro Toti che ringrazio. Mi sono avvicinato prima ai cavalli che al quartiere, il mio primo cavallo l’ho avuto 30 anni fa e fin da piccolo andavo a montare al maneggio delle sorelle Taverni a San Firenze. Al quartiere mi sono avvicinato un po’ più grande ma il mondo della Giostra mi ha sempre attratto moltissimo, in particolare ricordo bene la mia gioia di bambino quando scoprì che Franco Ricci e Martino Gianni prima di andare a fare le prove in piazza tenevano i cavalli in una stalla vicino casa mia. Dal quel momento non è passata una giornata senza che aspettassi i miei due idoli per vederli montare ed incamminarsi verso la piazza. Infine nel 99’ grazie ad Andrea Lanzi venni inserito nella squadra dei giovani giostratori bianco verdi insieme a Federico Stendardi ed il Bricceca, ma capii presto che la mia carriera sarebbe stata quella di Quartierista e non di Giostratore”.
Da quanto tempo fai parte delle scuderie bianco verdi? Come e quando sei diventato responsabile? Chi sono i tuoi predecessori da cui hai preso ispirazione per svolgere questo importante ruolo?
“Dal 2012 sono entrato a tempo pieno come volontario nelle scuderie Franco Ricci e da quel giorno non ne sono più uscito. Questo è il mio secondo mandato come responsabile, è dal 2018 che ricopro questo ruolo e non posso che ringraziare il Teschio (Alessandro Pagnotta) ed il Ciccino (Roberto Carboni) che mi hanno insegnato tutti i segreti e le dinamiche per una buona gestione della scuderia. Non posso anche non citare un’altra figura molto importante per me, Andrea Lanzi, che ha insegnato a tutti quanto siano indispensabili la dedizione e l’amore per mantenere un ambiente come quello delle scuderie di Sant’Andrea. Riallacciandomi anche alla domanda precedente voglio aggiungere che a mio modo di vedere il 1999 è stato un anno spartiacque per quanto riguarda la preparazione dei Giostratori: anche se una vera e propria struttura del quartiere non esisteva ancora (ci si allenava da Martino) l’intuizione di Andrea Lanzi e Martino stesso fu quella di creare una vera e propria squadra tecnica composta dal preparatore di cavalli Angelo Checcacci, giostratori titolari e riserve e volontari del quartiere; come dimostrano gli anni recenti questo schema è stato poi replicato da tutti. Concludo dicendo che non è un caso che alla prossima edizione di giugno 3 dei 4 allenatori siano tutti ex biancoverdi, segno evidente che Sant’Andrea è partita decisamente in anticipo rispetto agli altri”.
Quali sono le maggiori difficoltà nel gestire una realtà come quella di un campo prova? Quale è il segreto per mantenere un ambiente come quello delle scuderie Franco Ricci con il solo volontariato?
“Le difficoltà ci sono perché le strutture che abbiamo (il tondino, il rettangolo, la lizza, il galoppatoio) rasentano il professionismo e devono essere sempre pronte. Non esistono feste o domeniche, ogni singolo giorno la nostra struttura ha bisogno di volontari che spendano il loro tempo per accudire i cavalli o fare piccoli lavori di manutenzione. Fortunatamente per me e per i tanti ragazzi che mi aiutano è una passione ed un onore poter essere parte integrante del progetto bianco verde, questo rende tutto molto più leggero di quello che potrebbe sembrare perché comunque ogni occasione di ritrovo è buona per fare gruppo e creare aggregazione. Il vero segreto è proprio questo, condividendo la passione per i cavalli, condividendo la passione per la Giostra, condividendo anche un po’ di duro lavoro si creano le condizioni per creare quell’atmosfera di amicizia e serenità che fa diventare lo stare insieme un piacere. Concludo aggiungendo che una delle cose che mi rende più orgoglioso di questo clima che abbiamo creato è che ogni anno ci sono dei nuovi ingressi di ragazzi giovani che hanno voglia di imparare da quelli più grandi e che un giorno tramanderanno i nostri valori e le nostre tradizioni”.
Andando sull’attualità, cosa pensi delle modifiche che sono state apportate in quest’ultimo anno di Giostra?
“La preparazione che tutti hanno durante l’inverno è maniacale rispetto anche solo al recente passato e togliere un giorno alle prove in piazza non credo che sposti molto l’ago della bilancia per quanto riguarda i Giostratori titolari: è anche vero che in caso di maltempo può anche succedere di dover togliere spazio a cavalli e Giostratori di riserva e questo in un’ottica di lungo periodo potrebbe creare dei problemi.
La Giostra simulata mi piace, è un giorno diverso ed anche un pizzico più competitivo rispetto agli altri e direi che a settembre sia stata molto apprezzata da tutto il pubblico.
Sulla consegna della lancia invece mi sento molto tradizionalista: con tutti i pregi ed i difetti che possono esserci, la lancia d’oro va riportata dove è sempre stata, sotto la tribuna A”.
C’è qualcosa che non ti ho chiesto ma che vorresti aggiungere?
“Vorrei ringraziare i tantissimi giovani che ogni anno arrivano ad ingrandire le file delle nostre scuderie e del nostro quartiere, mi auguro che questo bellissimo trend possa continuare a lungo e credo vivamente che noi un po’ più grandicelli ci godremo questo passaggio generazionale perché questo è il quartiere e questa è la Giostra: valori che si tramandano di generazione in generazione”.