Il mazzafrusto, il regolamento e l’abbandono della piazza, è il 1 settembre 1963

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Alla data del 1 settembre evidentemente è affezionato il quartiere di Porta Sant’Andrea. Dopo il successo del 1957 con la coppia Bottacci – Torrini, ancora una volta il 1 settembre coincide con il ritorno alla vittoria del quartiere biancoverde.

Per la quinta volta nella storia del saracino il nome del quartiere di Porta Sant’Andrea viene scritto nell’albo d’oro della Giostra del Saracino. Nel 1963, a differenza di quanto successo nel 1957, per alzare al cielo la lancia d’oro non bastano le otto carriere ordinarie ma occorre superare agli spareggi Porta Crucifera in una edizione non priva di colpi di scena.

Alla guida di Porta Sant’Andrea ci sono l’avvocato Giacinto Marcantoni Sarrini, Rettore,  e il Capitano Enzo Piccoletti. L’edizione numero 39 del 1 settembre 1963 è una di quelle epiche avvolta nella leggenda dei racconti che si sono tramandati di generazione in generazione.

L’ordine di estrazione delle carriere ha sancito che ad aprire la piazza sarà Parta Crucifera, seguono Porta Sant’Andrea, Porta Santo Spirito e Porta del Foro.

Porta Crucifera apre la piazza con un “fantino” leggendario come Ferdinando Leoni plurivittorioso al Palio di Siena. Leoni detto “Ganascia” marca un bel 4, dopo di lui è la volta di Marino Gallorini per Sant’Andrea che si trova subito a rincorrere colpendo un 3. Santo Spirito manda in prima carriera Tripolino ma il suo tiro non è all’altezza delle sue capacità tecniche colpendo un modesto 1. Il giostratore gialloblu in effetti colpisce il tre ma il buratto con il suo mazzafrusto lascia il segno sul giostratore e la penalizzazione viene da se con due punti decurtati. Arriviamo quindi alla quarta carriera, è la volta di Porta del Foro che manda al pozzo Alessandro Ghinassi. Il giostratore giallocremisi marca il 3 ma, ancora un colpo di scena, una palla si incastra sul casco del fantino e viene asportata dal mazzafrusto. Il regolamento prevede un punto come premio ma la giuria non lo assegna.

I giudici hanno un regolamento che non prevede questa casistica. Scattano immediatamente le proteste dei sostenitori di San Lorentino, qualche baruffa in piazza fino a che si arriva ad un fatto clamoroso.

I quartieristi di Porta del Foro, il Rettore Paglicci Enrico e Capitano Enzo Sandroni chiedono che venga riconosciuto il premio ma questo non sarà concesso. Ecco che arriva la clamorosa decisione: il quartiere di Porta del Foro abbandona piazza grande. 

Dopo l’abbandono si riprende la giostra con Antonio Chianese che difende i colori rossoverdi. Il giostratore marca 3 punti portando il punteggio totale a 7. Adesso è la volta di Porta Sant’Andrea con Assuero Favi detto il “Brutto”, il biancoverde colpisce il tabellone nel 4 pareggiando così i sette punti totalizzati da Porta Crucifera. Donatino all’anagrafe Donato Gallorini per i gialloblu, salvo una lancia spezzata, difficilmente può tornare in gioco per la vittoria finale. Il punto di Gallorini è 3 uscendo di scena dalla giostra.

Saranno gli spareggi a decidere il quartiere vincitore della 39 esima Giostra del Saracino. Vittorio Farsetti, capitano di Porta Crucifera, fa correre lo spareggio a Ganascia, il fantino senese non si ripete sul 4 e Colcitrone deve accontentarsi di 3 punti. Enzo Piccoletti sceglie il “Brutto” e Assuero Favi ripaga la fiducia del mitico Capitano biancoverde colpendo un 4 consegnando la lancia d’oro al quartiere di Porta Sant’Andrea.

Bibliografia

  • Carlo Dissennati “Le mille lance del Saracino” D. Badiali – 1966