I giostratori di riserva, coloro che aspirano un giorno ad entrare in piazza per difendere i colori del proprio quartiere o quelli che già lo hanno fatto continuando a lavorare duro cercando l’occasione per tornare in piazza da giostratore titolare.
Come nasce la passione per il cavallo e la Giostra del Saracino, i protagonisti della prova generale si raccontano a Corrergiostra.
Il primo appuntamento è con Filippo Fardelli, giostratore oggi riserva di Porta Crucifera, già vincitore di una Lancia d’oro il 20 giugno 2015, ultimo successo dei rosso verdi in piazza Grande.
Quando e dove hai imparato ad andare a cavallo? Chi è stato il maestro che ti ha insegnato di più nei tuoi primi passi a livello equestre?
Ho iniziato molto piccolo alle scuderie di Silvano Gamberi che mi ha accompagnato durante tutta la mia carriera fino all’esordio in Giostra.
Hai dei ricordi particolari legati al primo tiro in piazza grande (durante le prove) ed al primo tiro in prova generale? E quello in Giostra?
Il primo tiro in piazza non posso scordarlo, ero impaurito, tutti i miei amici erano in tribuna ad aspettare quel momento. In quell’attimo ho realizzato di non essere più un supporto tecnico delle scuderie, ma un vero e proprio giostratore. Il primo tiro in prova generale avvenne in una situazione molto particolare: non dovevo tirare, ma il mio compagno Vernaccini si infortunò poco prima della provaccia e cosi fui catapultato in sella. Si svolse tutto in maniera cosi veloce che della mia prima carriera in prova generale non mi ricordo niente. Tutto trascorse in un tempo velocissimo. L’esordio in Giostra ovviamente è stato una cosa particolare, per usare una metafora, mi sono sentito come un calciatore che arriva in serie A.
Tu che sei nato a Colcitrone, ti senti ancora un quartierista o ti senti più un professionista? Come vedi i tuoi colleghi che cambiano “casacca”?
Per come sono oggi mi sento decisamente un professionista. I primi tempi era diverso, sentivo la pressione dei giudizi della mia gente, quella che mi aveva visto crescere fin da bambino. Adesso sono molto più distaccato: sono un giostratore che lavora tutto l’anno e compie grandi sacrifici per dimostrare il proprio valore in quei due giorni. Per quanto riguarda i cambi di casacca, in questi ultimi tempi se ne sono visti un po’ anche fra le riserve: credo che se una persona crede in se stessa e sente di poter dare di più, può essere giusto accettare altre proposte. Essere professionisti comporta anche questo tipo di scelte.
C’è un cavallo a cui sei più affezionato rispetto a tutti gli altri? Quale e perché?
Lughente de Campeda è il cavallo grazie al quale mi sono fatto notare alle scuderie, che mi ha fatto esordire in provaccia ed in Giostra, vincendo entrambe. É tutt’ora in scuderia con me, insieme a lui ho vinto tante gare del circuito Fise ed il Palio delle Contrade di S. Secondo Parmense. Mi ha sempre concesso di sbagliare, gli errori che ho commesso mi sento di prenderli sotto la mia responsabilità, lui è stato sempre perfetto. Gli voglio bene come si vorrebbe ad un fratello, molte sere gli parlo come farei ad uno di famiglia e lui mi ascolta. Faccio davvero fatica ad immaginarmi in futuro senza di lui.
Quali sono le caratteristiche che deve possedere un buon cavallo da Giostra secondo te? E quali invece i difetti che non deve assolutamente avere ?
Le caratteristiche che preferisco sono cambiate con gli anni e con l’esperienza. All’inizio cercavo soggetti che avessero una buona indole, con poche paure, in grado di stare in mezzo alla confusione. Dopo un po’ di tempo ho maturato la consapevolezza di aver bisogno di un cavallo con una buona struttura, in grado di sopportare il mio fisico non proprio da fantino, e che non abbia bisogno di essere “spinto” per arrivare al buratto, a costo di rinunciare ad un po’ di freddezza. Preferisco gestire alcuni eventuali momenti di tensione piuttosto che dover dare troppi impulsi per dover far galoppare il cavallo.
Quali sono i momenti più importanti per la buona riuscita di una carriera?
In quei quattro secondi è importantissimo ricordarsi di tutti i dettagli provati a casa, ma secondo me il 90% delle carriere viene decisa in partenza. Quello è l’unico momento che ti permette di avere tempo per ragionare, quindi per quanto mi riguarda è fondamentale partire da dove dico io e quando voglio io, in modo da non dover apportare ulteriori correzioni durante il galoppo e potermi concentrare solo sul tiro.
Domanda scomoda, se si presentasse l’occasione di correre la Giostra per un Quartiere diverso da quello in cui sei adesso accetteresti?
Ad oggi non mi è mai arrivata nessuna proposta in tal senso quindi è una cosa a cui non penso sinceramente. Quello che posso dire è che di sicuro non andrei mai a propormi in prima persona in un altro Quartiere.
C’è stata qualche domanda o qualche aspetto di te stesso che non ti è mai stato chiesto dalla stampa e che avresti piacere di raccontare al pubblico?
Equitazione e Giostra del Saracino sono due cose che mettono in risalto i lati preponderanti del tuo carattere: entrambe si nutrono di emozioni quindi ciò che hai dentro e ciò che sei viene fuori. Non ho niente dunque da raccontare di me stesso rispetto a quello che avete visto in tutti questi anni.
Filippo Fardelli
Nato ad Arezzo 04/06/1989
Giostre corse: 7
Punteggi colpiti in Giostra: 4 – 4 – 3- 2 – 3 – 4 – 0 (2 lancia persa)
Cavalli utilizzati in Giostra: Lughente de Campeda (5), Jessica (2)
Prove generali corse: 8
Punteggi colpiti in Prova Generale: 3 – 3 – 4 – 2 – 4 – 5 – 2 – 4
Cavalli utilizzati in Prova Generale: Lughente de Campeda – Asia – Juma – Pine