Quinto appuntamento con le giostre disputate il 1 settembre. Corre l’anno 1985, Fabio Polvani racconta seconda vittoria di Porta del Foro in questa data e il Cappotto giallo cremisi.
Due interrogativi alla vigilia della Giostra del 1 Settembre 1985. Chi correrà per Porta Crucifera? E poi, ce la farà Martino Gianni?
Dopo la sconfitta del 29 Giugno il nuovo consiglio rossoverde presieduto da Alberto Francoia aveva deciso di rinunciare a Gabriele Tabanelli. Ma non aveva fatto i conti con Franco Ricci che, senza Tabanelli, non voleva correre. Così i due decisero di non venire ad Arezzo. Addirittura Ricci preferì andare a Foligno dove vinse la Quintana. I tempi erano strettissimi, ma si rivelarono sufficienti per trovare i sostituti. Fu ingaggiato Marco Filippetti, 31 anni di Narni, che era stato scoperto dal capitano Roberto Mazzeschi. Ed Eugenio Vannozzi fu promosso titolare.
Risolto questo interrogativo, se ne aprì un altro. La cattiva sorte aveva preso di mira Martino Gianni. L’improvvisa morte della cavalla Duna, un infortunio nelle prove con alcuni punti di sutura in fronte, ed un altro infortunio a 24 ore dalla Giostra che gli procurò una ferita al piede. Alla fine Gianni si presentò comunque in Piazza, ma non era nelle condizioni giuste: colpì il quattro e perse la lancia. Ma diede grande prova di coraggio e forza d’animo.
A Giugno aveva vinto Porta del Foro con l’ormai proverbiale quattro più quattro di Mario Capacci e Paolo Parigi. Sant’Andrea e Santo Spirito si erano fermati a sette. Appena cinque punti per Porta Crucifera con Ricci e Tabanelli. Rispetto a Giugno l’unica novità fu il cambio della coppia rossoverde.
Alla vigilia c’era molta tensione. Nel suo libro sulla Giostra del Saracino, Carlo Fardelli racconta di una maxi rissa ai Portici di Via Roma tra Sant’Andrea e Santo Spirito. Botte da orbi e intervento della Polizia che, però, si limitò a circoscrivere i disordini per non peggiorare la situazione. Alcuni si presentarono al pronto soccorso. Ovviamente tutti erano caduti in casa, sulle scale, in giardino, nell’orto.
La Giostra, invece, fu tranquilla e senza particolari contestazioni. Il Maestro di campo Luciano Centini ed il vice Raffaello Giorgetti tennero in pugno la situazione frenando ogni accenno di protesta.
Per il primo tiro il capitano di Santo Spirito Massimo Nocentini scelse Mario Giacomoni. Quattro punti, ma divennero due a causa del mazzafrusto. Fu poi la volta di Porta del Foro. Il compito che il capitano Marcello Innocenti affidò a Paolo Parigi fu quello di puntare al quattro. Compito che il giostratore eseguì senza tentennamenti. Quattro punti anche per Porta Crucifera con Eugenio Vannozzi. Martino Gianni invece perse la lancia annullando così i quattro punti realizzati.
A meno di un colpo di scena, la vittoria era ormai una questione tra San Lorentino e Colcitrone. Per Santo Spirito Silvano Gamberi marcò quattro punti sfiorando il centro. Mario Capacci non corse rischi e si prese un comodo quattro. Stesso punteggio anche per l’esordiente Marco Filippetti. Infine Sant’Andrea con Massimo Montefiori: arrivarono cinque punti, ma non bastarono.
Porta del Foro e Porta Crucifera andarono allo spareggio. Per San Lorentino arrivò l’ennesimo quattro di Mario Capacci. Il capitano rossoverde Roberto Mazzeschi si affidò all’esperienza di Eugenio Vannozzi che però colpì il tre e perse la lancia.
Porta del Foro fece cappotto, il secondo di quel decennio, con una coppia tutta aretina preparata per colpire il quattro. Una politica che andrà avanti per alcuni anni anche con i fratelli Veneri. Fino a quando, con l’arrivo degli specialisti del cinque, il quattro più quattro non fu più sufficiente per avere la sicurezza di vincere la Giostra.