Quarto appuntamento con le giostre disputate il 1 settembre. Corre l’anno 1974, Fabio Polvani racconta la vittoria di Porta del Foro di Secolo Imparati e la visita di Bartali al suo bar.
Arriva il 1974 e la Giostra del 1 Settembre cambia padrone. Dopo tre successi di Sant’Andrea (‘57, ’63 e ’68) è questo l’anno di Porta del Foro con due aretini: Maurizio Gori ed Eugenio Vannozzi che vince 14 anni dopo l’ultimo trionfo del padre Arturo.
Era il tempo dei romagnoli, ma San Lorentino pensò di tornare ai ragazzi di casa nostra. I dirigenti giallocremisi scommisero su Gori e Vannozzi ed ebbero ragione. Alla guida del quartiere c’era un nome che ha fatto la storia del Saracino: Secolo Imparati, detto Il Tripoli. Aveva un bar proprio dinanzi alla Porta, forse il primo che apriva quando ancora era buio e l’ultimo che chiudeva a notte fonda. Ai tavolini si parlava tutto l’anno di Giostra, boxe e ciclismo. Si dice che una volta, al passaggio del Giro del Casentino, Bartali si fosse fermato dal Tripoli per bere e fare due chiacchiere. Poi, tornato in bici, raggiunse tutti gli altri e vinse la corsa. Secondo la leggenda il Tripoli avrebbe anche vinto un Saracino come giostratore. Sarebbe accaduto il 6 Agosto 1933. Giorgio Giorgeschi si sarebbe sentito male prima della sfilata. Il Tripoli avrebbe indossato il suo costume e si sarebbe presentato in piazza fingendo di essere il vero Giorgeschi. Marcò due punti, ma furono sufficienti per raggiungere Sant’Andrea e vincere poi lo spareggio grazie al quattro di Antonio Martini.
In quel 1974 il rettore giallocremisi, Enrico Paglicci, era dimissionario. In un primo momento il ruolo di commissario fu assegnato a Fosco Balestri. Poi, dopo qualche settimana, a Secolo Imparati. Fu una vera e propria svolta per San Lorentino.
Al primo tiro Santo Spirito marcò quattro punti con Paolo Giusti. Il capitano giallocremisi, Alfonso Borgogni, scelse Maurizio Gori che pareggiò subito il conto con un quattro sul numero. Allora si faceva così, quando si volevano quattro punti non si azzardava un tiro troppo vicino al centro, ma si andava sul sicuro proprio a metà sulla croce di destra. Per Porta Crucifera Guido Raffaelli presentò un altro aretino, Mario Capacci, ma il suo tiro si fermò sul due. Enzo Piccoletti puntò su Vincenzo Verità che regalò ai biancoverdi quattro punti.
Seconda carriera. Il capitano di Santo Spirito, Carlo Veneri, chiese a Marcello Formica almeno un quattro. Invece arrivarono due punti, per di più annullati dalla perdita della lancia. C’era ancora il vecchio regolamento che aveva creato tante discussioni e infinite scazzottate. Pochi metri oltre il Buratto c’era una linea bianca. Se la lancia cadeva tra il Buratto e la linea il punteggio veniva annullato. Se invece finiva oltre la linea, i punti erano confermati. Immaginate allora che per ogni lancia caduta si accendeva un gran parapiglia con i figuranti che prendevano a calci l’arnese per spostarlo al di qua o al di là della linea bianca. Era successo anche l’anno prima, nel 1973, quando la lancia di Vittorio Zama fu sospinta dai cruciferini oltre la linea e si accese una rissa furibonda al momento in cui la giuria decise di convalidare i tre punti del giostratore rossoverde.
Dopo lo zero di Formica arrivò il quattro di Eugenio Vannozzi e con otto punti Porta del Foro si sentì ad un passo dalla vittoria. Mancavano soltanto due tiri. Per Porta Crucifera Gabriele Tabanelli tentò di rompere la lancia, ma ottenne solo un buon quattro. Per Sant’Andrea Franco Ricci mirò il cinque per vincere senza spareggi, ma pretese troppo, finì sul due e fu anche colpito dal mazzafrusto.
La lancia d’oro prese così la strada di San Lorentino e quel 1 Settembre mise fine al digiuno dei giallocremisi che durava da ben 10 anni.