Solo la seconda guerra mondiale era riuscita a fermare la Giostra del Saracino, la nostra tanto amata giostra e detto da me, il Re delle Indie, il simulacro contro il quale i vostri giostratori puntano le loro lance, è tutto un dire.
Oggi, sabato 20 giugno 2020, si sarebbe tenuta la 140esima edizione della Giostra, invece il covid-19 ce l’ha rubata, letteralmente, avvolgendola il quel vortice di paura e di distanziamento obbligatorio, che le pandemie hanno sempre portato.
E oggi sono qui, da solo, nel buio, nessuno mi tirerà fuori. Allora chiuderò gli occhi e farò finta che non sia successo niente. E’ stata una settimana della Giostra come tante.
Mi è parso di sentire gli operai che montavano le tribune, il camion di sicuro ha scaricato la terra per la lizza e sono state montate le transenne.
Comincio a sentire le grida dei bambini: “mamma guarda il cavaliere a cavallo come va veloce”, “da grande farò il giostratore “. Le bandierine frusciano sventolando, i piccoli tamburini si improvvisano musici, la piazza si riempie e tutti guardano le prove.
Intanto dai quartieri sento arrivare la musica e il profumo di pizza, deve essere iniziata la settimana magica anche lì. Tutte le sere arriva un gran rumore, si respira gioia e senso di appartenenza, ogni giorno che passa sempre più intensi, alle prove sempre più gente, commenti, scalpitii di zoccoli, urla di bambini, corse sulla lizza …
Ecco, la piazza è piena. E’ il giorno della prova generale, Terra d’Arezzo vola in cielo insieme alle bandiere, sento un sacco di voci alternate a istanti di silenzio. Qualcuno ha vinto, ma è la Provaccia, non sento pianti e urla!
E’ la sera della propiziatoria, stasera non è venuto nessuno, è tutto calmo, si fa per dire. Tanto qualcuno che stanotte viene a fare il suo rito ci sarà di sicuro, non voglio stare solo, sto qui e aspetto in silenzio … tendo le orecchie fiducioso.
Deve essere sorto il sole, intravedo una luce ma alle sette nessun colpo di mortaio. Mi pare però di aver sentito i Musici suonare, stranoooo! Anche alle 11 in tutto il pomeriggio non si è visto nessuno. Ora che guardo bene, non c’è la lizza, non c’è tribuna, nessun vessillo, nessun tamburo, nè una bandiera. Sento solo battere tanti cuori, sento singhiozzare, è la sera della Giostra e la piazza è vuota. Io sono ancora qui al buio, ho immaginato tutto? Mi sento triste, triste e vuoto, ma sono fiducioso, andrà tutto bene. Per stasera è andata, ma a settembre sono sicuro che ci rivedremo miei cari quartieristi e sarà più bello di prima, ve lo giuro. E se lo dico io che sono il Re delle Indie … credeteci.
Elisa Capponi