Appuntamento con la storia della Giostra del Saracino nei quattro quartieri. È stato presentato questa mattina il percorso storico celebrativo in programma nelle prossime settimane volto a ripercorrere i novant’anni di Porta Crucifera, Porta del Foro, Porta Sant’Andrea e Porta Santo Spirito dal 1932, anno in cui furono costituite ufficialmente le società di quartiere (23 marzo 1932), fino ai giorni nostri. Un’iniziativa del Consiglio della Giostra organizzata in collaborazione con i quartieri e il supporto dell’amministrazione comunale che partirà domani, giovedì 19 maggio, da Porta Santo Spirito per proseguire martedì 24 maggio a Porta Sant’Andrea, domenica 29 a Porta Crucifera e si concluderà venerdì 3 giugno a Porta del Foro.
“Riaccendiamo i motori della Giostra e ci prepariamo a a viverla nella sua pienezza cominciando con un programma di eventi dedicato ai 90 anni dei quartieri – dichiarano il sindaco Alessandro Ghinelli e il consigliere delegato Paolo Bertini. – Dopo due anni sofferti ma che non hanno minimamente scalfito l’affezione della città nei confronti della sua manifestazione più caratteristica, ci avviciniamo all’appuntamento di giugno con ritrovato entusiasmo aspettando di ritornare in piazza, ognuno vicino ai propri colori”.
“Dopo il meraviglioso successo della mostra 90 anni sulla lizza – – commenta Martina Municchi, recentemente riconfermata dal Consiglio Comunale per il Consiglio della Giostra insieme a Paolo Nocentini – – non siamo voluti rimanere in silenzio in questo anno che segna un passo in più verso il ritorno alla normalità. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di celebrare e mettere in luce i quartieri con un percorso storico nelle loro sedi con particolare attenzione all’anniversario dei 90 anni, poiché dal 1932 la Giostra assunse l’odierna conformazione con la corsa al Buratto di quattro quartieri e non più dei cinque rioni come nella prima edizione del 1931”.
A Porta Santo Spirito, domani alle 21.15, primo appuntamento al Museo del Quartiere dal titolo “Ruffe, baruffe e scherzi”. La Giostra del Saracino raccontata attraverso scherzi e screzi, tra rivalità storiche e improvvise, gioie e dolori specchio della vita di quartiere di un tempo lontano.
Martedì 24 maggio alle 21.15 la Sala d’Armi del Quartiere di Porta Sant’Andrea ospiterà la conferenza storica del presidente della Società Storica Aretina, Luca Berti sul tema “I Quartieri di Arezzo, dal Medioevo alla Giostra del Saracino”.
Domenica 29 maggio, ore 21.00, presso il Museo del Quartiere di Porta Crucifera si parlerà de “Il potere della bandiera e il suo ruolo nel tempo”. I quattro quartieri a confronto con la speciale partecipazione del presidente degli Sbandieratori di Arezzo Giovanni Bonacci. Per l’occasione saranno esposti i disegni del progetto “La bandiera che vorrei” realizzati dai piccoli quartieristi rossoverdi e sarà presentata la nuova bandiera del quartiere.
Ultimo appuntamento venerdì 3 giugno alle 21.30 nell’area garden di Porta del Foro con la conferenza storica dal titolo “La storia della Giostra del Saracino e dei quartieri nell’immediato dopoguerra” con la partecipazione del dr. Luca Berti e la conduzione del giornalista Luca Caneschi.
Quattro appuntamenti ricchi di storia, aneddoti, curiosità per accendere lo spirito giostresco in vista della prossima edizione di sabato 18 giugno per la quale, proprio questa mattina, è stato annunciato l’autore del bozzetto vincitore sul quale sarà realizzata la Lancia d’Oro dedicata all’Istituto Thevenin che si contenderanno i quartieri in Piazza Grande.
Per la realizzazione della lancia di giugno, infatti, l’amministrazione comunale avevo chiesto ai vincitori delle passate edizioni del concorso di idee dei bozzetti per l’impugnatura (che si è svolto fino al 2016) di inviare su base volontaria una propria proposta. Marco Stefano Azzoni, Rita Rossella Ciani e Roberto Felici gli autori dei bozzetti presentati all’amministrazione comunale tra i quali è stato scelto il progetto dell’aretino Roberto Felici. “Mi sono immaginato una strada, via Sassoverde – si legge nella relazione – di notte, al buio, rischiarata solamente da qualche lampione, nella quale si apre il portone dell’Istituto Thevenin dal quale esce potente un raggio di sole, una luce che diventa speranza per i piccoli e un riferimento per tutta la città. Un faro di solidarietà nel buio della vita. Un cono di luce nel quale si staglia la figura di una mamma con due bambini che si appresta ad entrare nella luce, dentro il portone dell’Istituto”.