Inaugurata la mostra “Dame in Giostra” nel Chiostro della Biblioteca

Evoluzione del ruolo della donna, ma anche del “costume”. La mostra sarà visitabile fino al 19 marzo

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Taglio del nastro questa mattina per la mostra fotografica “Dame in Giostra” iniziativa realizzata in collaborazione tra l’Ufficio Politiche Culturali e Turistiche – Giostra del Saracino del Comune di Arezzo e la Biblioteca Città di Arezzo che vede esposte nel Chiostro della Biblioteca foto di repertorio degli anni ’60 e ’70. Dopo l’inaugurazione alla quale erano presenti il sindaco Alessandro Ghinelli, il consigliere comunale delegato alla Giostra del Saracino Paolo Bertini, il presidente della Biblioteca Città di Arezzo Alessandro Artini e la consigliera Silvia Neri, la mostra resterà aperta fino al 19 marzo.

“Inauguriamo simbolicamente oggi, Giornata internazionale della donna – commenta il sindaco Alessandro Ghinelli ­– questa mostra fotografica dedicata alle dame della Giostra, immagini in bianco e nero, suggestive e sconosciute ai più, che raccontano la storia della presenza femminile nella nostra manifestazione più caratteristica e popolare. Un altro evento, particolare ed evocativo, che mantiene viva l’attenzione sul Saracino”.

“Il ruolo della donna nella Giostra del Saracino non è affatto scontato ed è stato oggetto di un grande dibattito – spiega il consigliere delegato Paolo Bertini – essendo una manifestazione cavalleresca non era originariamente prevista la presenza femminile. Una novità che fu introdotta nel palinsesto della Giostra per la prima volta nel 1961 anche se, di fatto, la figura della dama viene riconosciuta in maniera ufficiale solo dalla metà degli anni ’90. Con questa mostra fotografica abbiamo voluto rendere fruibili queste bellissime immagini recuperate dall’ex archivio Apt della Provincia e ripercorrere uno spaccato molto importante della storia e della tradizione giostresca per mostrarne, anche, l’evoluzione”.

Evoluzione del ruolo della donna, ma anche del “costume”. Fino a metà anni ’90, infatti, gli abiti indossati dalle dame, a differenza degli altri figuranti del corteo storico, venivano noleggiati, per cui nelle foto in mostra si possono ritrovare vestiti, acconciature, accessori, elementi differenti caratterizzanti l’epoca a cui risalgono.

La figura femminile venne introdotta per la primissima volta nella tradizione giostresca a metà del XX secolo: antesignano in questo senso fu il Quartiere di Porta Crucifera che nel settembre del 1951, nel Te Deum di ringraziamento per la sua ottava vittoria, volle come “madrina” una donna in costumi storici nobiliari (due scatti della mostra ricordano quel momento).

Deci anni dopo, nel 1961, le dame furono volute insieme ai paggi nel corteo della Giostra dal registra Fulvio Tului che aveva previsto la loro presenza nel nuovo “canovaccio” ideato per la rievocazione storica.

La figura femminile, tuttavia, non è stata accettata facilmente nell’ambiente giostresco: si era maturata, infatti, l’idea che la loro presenza in un evento militare ambientato nel XIV secolo fosse inopportuna e nel 1987 una commissione incaricata di verificare la congruità storica dei vari aspetti della Giostra dette un parere negativo sulla loro presenza: un importante sintomo di mancata accettazione fu il fatto che i bozzetti dei costumi per dame e paggi disegnati dall’Istituto d’arte cittadino nella seconda metà degli anni Ottanta, quando si cominciò a lavorare agli abiti che avrebbero sostituito dal 1992 quelli di Novarese, vennero subito accantonati.

In seguito, la presenza delle dame assunse implicazioni sociali e le donne iniziarono a rivendicare l’inserimento di personaggi femminili in costume sulle tribune riservate al pubblico e la possibilità di interpretare ruoli scenici previsti dal copione della Giostra. La figura della dama fu così definitivamente accettata a condizione che entrasse come parte civile, cioè prima dei militari in costume, ed il suo vestiario fosse in linea con l’epoca di riferimento della Giostra. Dalla metà degli anni ’90, pertanto, quattro dame accompagnate dai rispettivi paggi vestiti con i colori delle nobili casate di ciascun quartiere fanno il loro ingresso in Piazza Grande insieme a tutta la componente civile e partecipano a tutte le cerimonie dell’anno giostresco.

“Una mostra che abbiamo organizzato in pochissimo tempo ma a cui teniamo molto – spiega Silvia Neri, consigliera di amministrazione della Biblioteca Città di Arezzo – e che ci fa molto piacere sia stata inaugurata in questa giornata simbolica con l’augurio che tante donne possano venire a visitarla e, perché no, possano riconoscersi nelle immagini in mostra”.  “Abiti splendidi, con i decori risalenti a quel tempo – fa eco il presidente della Biblioteca, Alessandro Artini – espressione di grande spontaneità. Siamo molto felici che il Chiostro della Biblioteca torni ad ospitare un’iniziativa culturale di notevole spessore”.

La mostra sarà visitabile fino al 19 marzo. Orario: lun. – ven. dalle 8.30 alle 19.30 | sab. dalle 8.30 alle 13.30