“Dai nonno raccontaci una storia” è il libro di Alessandro Boncompagni illustrato dalle sorelle Bindi, Ginevra e Letizia, che è stato presentato per la prima volta lo scorso 5 novembre. Abbiamo incontrato l’autore e le giovanissime illustratrici per parlare di questa nuova pubblicazione dedicata ai bambini.
Uno straordinario lavoro durato tre anni e prodotto a sei mani, quelle di Alessandro per quanto riguarda la parte testuale e quelle delle sorelle Bindi che hanno realizzato le 18 bellissime illustrazioni grafiche.
Domenica scorsa “la prima” ufficiale presso l’Auditorium Aldo Ducci, in cui un pubblico numerosissimo ha potuto apprezzare e sentire dalla vostra viva voce in un susseguirsi di emozioni ciò che avete provato nell’illustrare e scrivere questo libro.
Alessandro Boncompagni, sicuramente nell’ambiente e nel mondo della Giostra non ha bisogno di presentazioni in quanto per moltissime edizione della Giostra è stato a capo dell’Ufficio Giostra e curato nei minimi dettagli lo svolgersi della manifestazione.
“Ci tengo a precisare che sono stato Direttore dell’ufficio Giostra del Saracino e Folclore per poco più di un decennio (11 anni per la precisione) e nell’occasione vorrei citare il mio grande maestro, il dott. Vittorio Beoni dal quale ho appreso tutti i segreti (e i problemi) della gestione di una manifestazione tanto bella quanto complessa come la nostra Giostra”.
Alessandro questa idea di scrivere e dare alla stampa un libro con questo format, mirato ai più piccoli, come e da dove nasce?
”L’idea di questo racconto nasce da lontano, quando mi sono reso conto che storici locali, statistici, “esperti”, o semplici appassionati di Giostra negli anni avevano scritto un bel po’ di roba attorno alla nostra manifestazione, ma raramente, per non dire mai, qualcuno aveva pensato di scrivere qualcosa per i più spontanei tifosi, i bambini della città. Qualche anno fa realizzai grazie alla generosità dell’azienda aretina Borghini il Gioco del Buratto, un gioco da tavolo modello gioco dell’oca, che venne regalato a 3.000 allievi delle prime classi elementari del nostro Comune. E poi è nato questo racconto dialogo…”.
Ci puoi spiegare meglio le fasi che si sono viste susseguirsi dalla stesura dei testi (dalla fase “embrionale”) fino alla stampa? Cosa ti ha emozionato e suscitato “lavorare” con Letizia e Ginevra?
“La realizzazione di un libro è sempre un gioco di squadra: sì, l’autore ha un’idea iniziale e scrive una prima stesura del testo, che poi viene riveduto e corretto non so quante volte (in questo caso avevo scelto la forma del dialogo tra un nonno e la sua nipotina, qualcosa di diverso dalla fiaba o dal racconto tradizionale, forse per la mia grande passione per il teatro, ma poi entrano in gioco tutti gli altri, l’amico giornalista Alessandro Bindi (con il quale abbiamo condiviso l’avventura della pubblicazione di “Alberto, il Cavaliere che rimò la Giostra”, con incassi a favore del CALCIT), le sue figlie Ginevra e Letizia, Valdimaro e Michele dello studio grafico WML Design, la tipografia, i nostri “mecenati”, la Fondazione Meyer, il Comune di Arezzo… e tante altre persone delle quali è impossibile elencare i nomi! Con le mie splendide illustratrici, poi, è nato un feeling particolare, tanto che mi hanno quasi adottato come “zio”… e poi ci sono certi accadimenti della vita, si dice il destino, apparentemente crudele, che però non vengono a caso ma per farci riflettere…”.
Il fine benefico dell’iniziativa, il quale vi fa sicuramente onore, cosa rappresenta per te? Hai qualche persona da ringraziare che ha contribuito o in qualche modo aiutato alla realizzazione del libro?
“Il libro era già stato pensato per la Fondazione Meyer dell’ospedale pediatrico fiorentino: anche la mia famiglia, come tante altre della nostra città, hanno avuto “bisogno” di quella struttura specializzata ed hanno potuto apprezzarla; a natale di 3 anni fa scrissi una letterina a Ginevra e Letizia con allegata il “racconto” sulla Giostra, chiedendo loro se erano disposte a illustrarlo. La risposta fu ultra positiva… di lì a poco Letizia e la sua famiglia hanno sperimentato sulla loro pelle l’efficienza dell’ospedale pediatrico fiorentino… ed oggi siamo qui tutti assieme a festeggiare la nascita di questo librino!”.
Letizia e Ginevra, in termini di passione e impegno per la Giostra sicuramente buon sangue non mente, il cognome è una garanzia.
Cosa vi ha emozionato di più nel lavorare con Alessandro?
“È stata una bellissima esperienza. Poter illustrare la storia scritta da Alessandro Boncompagni ci ha molto divertito e gratificato. Vedere il libro prendere forma, pagina dopo pagina e disegno dopo disegno, è stato emozionante. Condividere questa iniziativa con l’autore ci ha avvicinato ancora di più alla Giostra del Saracino. Siamo quartieriste di Porta Sant’Andrea e amanti della manifestazione grazie alla passione trasmessa dal babbo Ale e dalla mamma Eli con i quali c’è la rivalità perché loro tifano Porta Santo Spirito”.
Non si vedono tutti i giorni due bambine della vostra età partecipare alla pubblicazione di un libro, cosa significa per voi aver prodotto queste 18 bellissime illustrazioni e cosa vi aspettate e cosa vi piacerebbe che il lettore capisca dalla lettura del “vostro” libro?
“Aver collaborato alla pubblicazione del libro per noi ha significato molto sotto vari aspetti ma quello che più ci piace far emergere è il fatto che tutti i disegni sono stati fatti a quattro mani e che abbiamo condiviso ogni scelta sia grafica che artistica. Insieme abbiamo pensato come illustrare il volume, cosa raffigurare e come colorare le tavole. I disegni sono frutto in parte della nostra fantasia che ci è servita per trasformare in immagine le idee di Alessandro Boncompagni. Altre tavole sono più realistiche come per esempio quelle che raffigurano gli stemmi di quartieri e che ritraggono fedelmente gli emblemi. Speriamo che i disegni trasmettano la nostra passione per la Giostra e anche il fatto che siamo due sorelline molto unite”.
Con la vendita del libro aiuterete la Fondazione dell’Ospedale Meyer, quindi bambini anche della vostra età, per voi cosa rappresenta questo fine benefico?
“Siamo contentissime di poter contribuire ad aiutare i bambini che hanno bisogno di cure. Poter sostenere una realtà così importante ci rende orgogliose. Abbiamo vissuto un’esperienza all’ospedale Meyer e abbiamo potuto apprezzare la bravura dei medici e di tutto il personale ospedaliero. Siamo molto grate all’ospedale Meyer di Firenze e adesso con questo progetto solidale abbiamo compreso in prima persona l’importanza della beneficenza. Poter donare è una finalità che ci riempie di gioia ed è un modo per dire grazie per tutto quello che è stato fatto restituendoci il sorriso”.
Ogni volta dalle pagine di Corrergiostra diamo la possibilità di suggerire miglioramenti a tutto il mondo della Giostra, nella sua totalità.
Spogliando le vesti dell’ex dipendente comunale e del/delle quartierista/quartieriste cosa miglioreresti della Giostra attuale? Qualche suggerimento darebbe un occhio chirurgico per la manifestazione come il tuo?
“Suggerimenti alla Giostra? La manifestazione è affascinante ed emozionante, ha un apparato regolamentare che tutti ci invidiano, un contesto scenografico unico al mondo (vedi il film “La vita è bella…”), i suoi Quartieri che “vivono” tutto l’anno… che altro chiedere? E ora ha anche una storia, rodariana, come la definisco io, da leggere ai bambini prima di addormentarsi…”.
E invece dagli occhi di due bambine, cosa vi piacerebbe vedere e cosa miglioreresti della vostra amata Giostra del Saracino?
“Ci piacerebbero iniziative dedicate ai più piccoli che coinvolgano tutti i quartieri in modo che emerga la passione dei più piccoli verso la Giostra del Saracino in generale, al di là della fede giostresca di ciascuno. Magari potrebbero essere organizzati eventi con finalità solidale per continuare ad aiutare il Meyer e i bambini che hanno bisogno di cure. Quindi ci piacerebbero maggiori eventi di bambini per i bambini. Per il resto la Giostra del Saracino è bella così com’è e siamo troppo piccole per dare suggerimenti per migliorarla”.
Ringraziando gli autori per la disponibilità, ricordiamo a tutti coloro che si fossero persi la prima presentazione, che ci sarà un “bis” oggi, sabato 11 novembre, presso la Liberia Feltrinelli ad Arezzo durante il Festival “Meno alti dei Pinguini”.