Tebaldo Visconti, nome di battesimo di Gregorio X, era nato a Piacenza intorno al 1210, forse figlio del podestà Oberto. Svolse il lavoro di diplomatico partecipando a vari concili, tra i quali quello del 1245 a Lione indetto da Innocenzo V. [1]
Dal 1246 al 1271 ricoprì il ruolo di arcidiacono a Liegi. [2]
Alla sua elezione a pontefice si giunse dopo tre anni di sede vacante in seguito alla morte di Clemente IV. I cardinali riuniti a Viterbo non riuscivano infatti a trovare un accordo a causa della presenza dei sostenitori di Carlo D’Angiò.
L’11 settembre 1271 venne nominato, al contrario di quello che avrebbe voluto Carlo, un italiano, ovvero Tebaldo, il quale nel momento della sua elezione non si trovava neppure in Italia ma in Siria per la crociata indetta dal Re inglese Edoardo I.[3]
Ricevuta la notizia, il primo gennaio del 1272, rientrerà in patria. Venne frettolosamente ordinato prima sacerdote e poi vescovo fino alla sua consacrazione a pontefice avvenuta in San Pietro il 27 marzo assumendo il nome di Gregorio X.
L’evento più importante del suo pontificato è sicuramente il concilio di Lione.[4]
Venne indetto nel 1273 per riuscire a ristabilire l’unità religiosa con la chiesa ortodossa. Il sinodo venne aperto ufficialmente da Gregorio il 7 maggio del 1274 e terminò il 17 luglio. Sappiamo inoltre che avrebbe dovuto anche partecipare Tommaso d’Aquino ma, il grande filosofo, morì il 7 marzo lungo la strada che lo avrebbe condotto a Lione.
Facciamo ora un passo indietro. Prima di questo grande evento Gregorio trovò anche il tempo di occuparsi di politica. In particolare, riuscì a stipulare una pace a Firenze tra le due più importanti fazioni dell’epoca ovvero i guelfi ed i ghibellini.
La situazione in città era movimentata da tempo a causa delle lotte intestine tra le due fazioni. Dal 1267 il podestà era diventato Carlo d’Angiò e di conseguenza i ghibellini furono cacciati dalla città.
Nel 1273 il governo di Carlo stava per cadere ed i ghibellini si stavano preparando al rientro armato in città.
Prima dell’arrivo di Gregorio egli aveva inviato due prelati: Giovanni da Vercelli[5] e Aldobrandino de’ Cavalcanti [6] i quali avrebbero dovuto metter fine alle discordie.
Essi purtroppo non riuscirono nell’impresa e divenne necessario l’intervento dello stesso pontefice.
Il 18 giugno Gregorio entrò a Firenze e si diresse verso il ponte Rubaconte [7],l’attuale ponte alle Grazie, dove lo stava aspettando Carlo e l’ex imperatore di Costantinopoli Baldovino.
Dopo un mese di lavoro il 12 luglio, sempre presso il ponte Rubaconte vennero allestite delle tribune dove presero posto il papa, Re Carlo, i cardinali, i vescovi e gli esponenti delle fazioni.
La cerimonia fu solenne ed il papa dopo averli fatti giurare fece baciare in bocca i rappresentanti delle due parti.
L’accordo durò ben poco, il 16 luglio infatti un gruppo armato di ghibellini fece irruzione all’interno del palazzo dove alloggiava il papa minacciandolo.
Egli dovette quindi partire velocemente da Firenze rifugiandosi nel Mugello, ospitato dalla famiglia degli Ubaldini.
Fortemente adirato lanciò su Firenze e di conseguenza su tutta la Toscana l’interdetto.[8]
Proseguendo sulla strada per Lione egli si fermò anche a Bologna e nella sua Piacenza dove in entrambe le città allestì suntuose cerimonie di pacificazioni tra le parti. Anche in questo caso le tregue durarono solamente qualche giorno.
Terminato il concilio Gregorio rientrò subito in Italia e passando da Firenze tolse l’interdetto.
Tra il 19 e il 20 dicembre 1275 arrivò ad Arezzo dove si ammalò e morì il 10 gennaio 1276 lasciando però alla città la somma di trentamila fiorini d’oro. Questa cifra venne destinata alla costruzione della nuova cattedrale che tutt’ora ospita le spoglie del Pontefice.
Venne beatificato dalla chiesa ed il suo culto venne confermato nel 1713.
Fin da subito ad Arezzo la sua figura venne ricordata e celebrata. Nello statuto del comune del 1327 è infatti stabilito che ogni anno il 10 gennaio sia un giorno di festa in cui le botteghe devono rimanere chiuse per osservare la massima reverenza alla figura del Pontefice. Il podestà ed il consiglio dei quattrocento[9] dovevano impegnarsi a donare alla cattedrale “cento lire in ceri”. La somma doveva essere convertita ed impiegata per finanziare la costruzione della cattedrale.
La tradizione è arrivata fino ai nostri giorni. Ogni secondo sabato di gennaio si svolge la cerimonia di donazione dei ceri al Beato Gregorio X che da anni è entrata a far parte del calendario giostresco. Quattro ceri, uno per quartiere, vengono portati in corteo per le vie della città ed infine, giungendo in cattedrale, sono posti dai rettori accanto alle spoglie del pontefice.
Samuele Oroni
[1] Conciliorum oecumenicorum decreta, a cura di Giuseppe Alberigo, Bologna, 1973
[2] Joseph Daris, Histoire du diocèse et de la principauté de Liège, Liegi, Demarteau, 1890.
[3] Nona crociata a San Giovanni d’Acri
[4] Concilio di Lione II. È il quattordicesimo concilio ecumenico della chiesa cattolica.
[5] Giovanni da Vercelli, nasce a Mosso Santa Maria nel 1205 e muore a Montpellier il 30 novembre 1283). Fu un frate domenicano e ricoprì la carica di Maestro generale dal 1264 fino alla morte. La chiesa cattolica lo considera beato e lo ricorda il 30 novembre.
[6] Aldobrandino Cavalcanti nacque a Firenze nel 1217 Firenze e fu eletto vescovo di Orvieto e vicario di Papa Gregorio X. Morì a Firenze il 31 agosto 1279
[7] Ponte Rubaconte, dal nome del podestà Rubaconte da Mandello che lo aveva fatto costruire nel 1237, su disegno di Jacopo Tedesco.
[8] Interdetto: censura ecclesiastica, sospende tutte le manifestazioni pubbliche di culto e ritira i sacramenti della Chiesa da una comunità.
[9] Il consiglio dei quattrocento era il principale organo di decisione del comune di Arezzo
Bibliografia
-Attilio Droandi (a cura di), statuto del comune di Arezzo 1327, Alberti & C. editori, 1992
-M. Solari, Gregorio X un piacentino sul trono di Pietro, LIR edizioni, 2013
– I documenti in latino negli archivi di mano di Brunetto Latino
– C. Rendina, I papi. Da san Pietro a Francesco, storia e segreti. Newton Compton editori, 2011
– l. Cappelletti, Storia d’Italia, dalla caduta dell’Impero Romano d’occidente ai giorni nostri (476-1900), Genova, A Donath editore, 1902
-P. Piacenza, Compendio della storia del beato Gregorio X Papa, Piacenza, tipografia F. Solari, 1876
-N. Machiavelli, Istorie fiorentine, Firenze, Sansoni, 1978