Cari Aretini e cari lettori,
ci stiamo accingendo verso la fine di questo maledetto 2020 ed ancora la luce in fondo al tunnel non sembra così a portata di mano e tutt’altro che nitida. Proprio questa incertezza che dura ormai da troppo tempo ha finito per condizionare le nostre abitudini quotidiane, personali e di comunità.
La Giostra del Saracino, festa di popolo, di aggregazione e partecipazione per definizione è stata colpita proprio dritta nel suo punto vitale. Cancellate le due edizioni di giugno e settembre, pressoché azzerata la socialità nei Quartieri.
Siamo ben consapevoli che nella condizione contingente la città debba fronteggiare problemi di tenuta sociale ed economica prioritari.
Però, non dimentichiamoci della nostra amata manifestazione. Non lasciamo che l’inerzia prenda il sopravvento.
Nei mesi scorsi in tanti tra noi avranno avvertito il silenzio assordante di una città senza la sua Giostra. Uno dei simboli dell’identità aretina, negli anni divenuta vero e proprio elemento trainante anche sotto il profilo turistico culturale della città.
A pensarci bene, questa assenza non è poi così banale come potrebbe sembrare, soprattutto se dovesse essere protratta nel tempo senza i dovuti accorgimenti.
I problemi meritevoli di attenzione sono molteplici ed investono la stessa sostenibilità della manifestazione nel suo complesso. Per i Quartieri è tempo di bilanci e di assemblee. Ad abundantiam questo anno coincide anche con la conclusione dei mandati dei consigli direttivi in carica che, salvo sorprese, dovrebbero essere rinnovati nel 2021 per i prossimi tre anni. Lo stop totale del “mondo giostra” e le problematiche ad esso connesse incidono inevitabilmente anche sulla programmazione dei prossimi appuntamenti.
Su quest’ultimo aspetto si è parlato della possibilità di una proroga eccezionale dell’incarico degli attuali organi dirigenziali anche per il prossimo anno. Se in prima battuta tale proposta aveva registrato il gradimento di uno solo dei quattro rettori, oggi sembrerebbe non essere più un tabù. La strada non è tuttavia in discesa poiché i Quartieri sono dotati di statuti autonomi che regolano la vita dell’associazione e che ne disciplinano la sua rappresentanza. A ciò si aggiunge anche l’incertezza sulle formalità necessarie da adottare per addivenire ad una soluzione condivisa, peraltro in tempi assai rapidi visto l’imminenza della questione, che difficilmente potrebbe prescindere da una consultazione della compagine dei soci. Per contro ci si chiede quale possa essere (se c’è) una ipotesi alternativa, posto che una prorogatio imposta per via istituzionale rischierebbe di essere al di fuori del perimetro della legittimità. Infatti, gli incarichi nei consigli direttivi sono rivestiti da volontari che non è detto intendano proseguire nell’incarico per un altro anno, con la conseguenza che nessuno potrebbe impedire che gli stessi optino per rinunciare.
Occorre programmare e bene l’era della Giostra post-covid nell’unico interesse della manifestazione, dei quartieri e della città. Sotto il profilo socio-economico delle associazioni ed in quello tecnico che investe soprattutto il lavoro ai campi prova.
Il ritorno alla normalità è ancora incerto e tanto dipenderà dalla efficacia della vaccinazione sicuramente destinata a non essere esaurita per la primavera/estate 2021.
In tale scenario è privo di senso pensare a rinviare fin da ora la prossima Giostra di giugno a fine agosto così da consentire alle nuove dirigenze di avere più tempo per organizzarsi al meglio?
Occorrono tempo, cuore e programmazione.
Servono prese di posizione e decisioni.