Fresca nomina per Paolo Bertini nel ruolo che il sindaco gli ha assegnato quello di “Consigliere Delegato” alla Giostra del Saracino. Appassionato, quartierista da sempre da pochi giorni ricopre un ruolo importante quello collettore tra il mondo dei Quartieri, la Consulta e il Sindaco.
Consulente particolare del Sindaco per la Giostra del Saracino. Nessuno può negare la sua grande passione e conoscenza del mondo giostresco, persone preparate è inevitabile che abbiano delle appartenenze di quartiere, la sua lunga militanza nelle file di Porta Santo Spirito può suscitare dubbi di imparzialità?
“Basta vedere il mio background da arbitro, già per questo diciamo pure che l’imparzialità è nel mio DNA, andando a vedere il ruolo che sono stato chiamato a ricoprire mi sfugge come possa il consigliere delegato del Sindaco influenzare l’andamento di una Giostra, non ravvedo grosse problematiche nel poter andare a influire sul risultato. Le battute ci possono stare, con sincerità ti dico che mi da fastidio che la mia persona possa essere messa in discussione a livello istituzionale da persone che dubbi non ne dovrebbero avere”.
Il ruolo che il sindaco le ha assegnato è “nuovo”, ci può indicare nello specifico quali saranno compiti e poteri?
“I compiti e i poteri sono definiti all’interno dell’atto con il quale è stata disposta la mia nomina. Io sono il “consigliere delegato”, quindi tutte le funzioni che in qualche modo sono proprie dell’assessore competente, in questo caso del Sindaco, vengono a me delegate. Resta fuori la rappresentanza, non posso firmare atti che comportano impegni di spesa per l’amministrazione comunale perché non ne ho la delega. Quindi di fatto faccio il collettore tra il mondo dei Quartieri, la Consulta e il Sindaco”.
In molti avrebbero preferito che la delega alla giostra fosse affidata ad un assessore per una maggiore autonomia e potere decisionale, chi invece chiede che lei venga nominato all’interno della consulta. Sareste disponibile a presiedere la Consulta?
“Direi che l’anima di questa nomina dovrebbe essere proprio quella”.
Quindi si aspetta da parte del Sindaco la nomina a presidente della Consulta
“Penserei di sì, la Consulta ha 5 membri, i 4 Rettori e il Sindaco o un suo delegato a presiederla. In questo caso avendomi dato la delega della Giostra, anche se con qualche restrizione rispetto ad un assessore. Di fatto il mio ruolo si manifesta nel rapporto con i Rettori e quello si tiene esclusivamente all’interno della Consulta, quindi io mi aspetterei che ci fosse un chiarimento su questo aspetto”.
Ci può indicare tre iniziative o migliorie che ritiene di dover presentare a breve termine?
“No, non lo faccio perché entrare in questo ruolo e dire: “io cambierei…” “io farei…”, è quanto di più sbagliato possa essere fatto. Per chi conosce il mondo della Giostra sa che vorrebbe dire partire con il piede sbagliato. Vorrebbe dire: “Ora arriva l’altro fenomeno che nella Giostra si vuole inventare che si corre con le vespe…”. Ne ho passate troppe nel mondo della Giostra per conoscere che questi errori non vanno fatti. Le idee che posso avere le esternerò ai Rettori per poi portarle avanti. Credo che alla base di tutto ci sia il fatto che la Giostra del Saracino si tiene e si regge da sola, ha un protocollo e delle regole che già la rendono bellissima, il fatto di poter fare delle migliorie è l’ambizione di tutti, ma bisogna farlo assolutamente con la massima attenzione, con il bisturi, non con l’accetta. Quindi se ci sarà da fare delle modifiche saranno marginali, quelle che in qualche modo la potrebbero far girare meglio. Una cosa che sicuramente va fatta è vedere di armonizzare i regolamenti tecnici, negli anni è stato emendato più volte e non sempre coerentemente e ancora denuncia delle lacune. Qui si dovrebbe intervenire”.
Ci sono argomenti che si trascinano da troppo tempo, partiamo dalla consegna della lancia
“Come avveniva prima era diventata ingestibile e metteva in pericolo la sicurezza degli spettatori. Non era più tollerabile sia dal punto di vista dello spettacolo che da quello della sicurezza. Mi piacerebbe riportare la consegna della Lancia in piazza, credo che possa essere studiato qualcosa per poterla riportare nella sua sede naturale”.
Si parla del 2022 o ci possiamo aspettare delle novità già da quest’anno?
“Non è detto che quest’anno le Giostre si correranno, se si correranno qualche limitazione ci sarà, il 2021 potrebbe essere un anno più tranquillo dal punto di vista dell’affluenza in piazza, potremmo provare a fare qualcosa di diverso. Le grandi crisi sono anche foriere di grandi opportunità se uno le sa cogliere”.
Passiamo al tema rifacimento costumi, i passaggi richiesti sono la realizzazione dei bozzetti, il reperimento dei fondi e l’assegnazione ad una ditta per la loro realizzazione, quale è lo stato dell’arte.
“Ancora non ho preso in mano questo argomento, la mia nomina è avvenuta da pochi giorni. Il discorso sui costumi va avanti da tanto tempo, non ho avuto modo informarmi sullo stato di avanzamento dei progetti in essere. Il punto focale è ovviamente quello del reperimento dei fondi, gli altri due vengono di conseguenza, sappiamo che si tratta di un progetto sicuramente molto impegnativo dal punto di vista economico”.
Tema scottante, i confini che ancora nel 2021 non siamo arrivati ad una soluzione. L’ultimo tentativo fatto da Gamurrini non è andato a buon fine. La sua opinione sull’idea di nominare una commissione mista tra persone dei quartieri e consiglieri comunali?
“Io propongo che ci sia condivisione, perché se non c’è questa il problema rimarrà sul tavolo e non si risolve. La condivisione la si può creare o attraverso i Rettori in prima persona o attraverso consiglieri comunali e dei Quartieri, basta che ci sia condivisione da parte di chi dovrà partecipare a quel tavolo”.
Questo argomento lo affronterà subito o verrà posticipato?
“Francamente visto lo stato delle cose la mia priorità è pensare alle Giostre di questa estate e nel trovare la formula per il piano “b” per poter scendere in piazza”.
Veniamo alla cronaca, è di questi giorni la notizia che vi sia l’intenzione da parte dell’amministrazione di aumentare il contributo ai Quartieri.
“Ho partecipato all’incontro tra i Rettori e il Sindaco. C’è la disponibilità da parte dell’amministrazione comunale a venire incontro a questa esigenza. I Quartieri hanno bisogno di più risorse perché l’attività economica si regge in massima parte sulle attività sociali e aggregative. Aggiungo che stanno facendo degli investimenti importanti e quindi a maggior ragione si potrebbero trovare in difficoltà, c’è quindi la disponibilità dell’amministrazione di venire incontro a questa richiesta. I Rettori presenteranno una rendicontazione di spese che sarà poi valuta, ricordo che stiamo parlando di soldi pubblici per cui è molto importante questo passaggio”.
Passare dal contributo annuale a triennale permetterebbe una programmazione finanziaria per i Quartieri di più ampio respiro, quale la sua opinione?
“Qualunque atto può essere rivisto. Poniamo il caso della situazione che stimo vivendo, se noi avessimo un contributo determinato triennalmente già certificato, dopo sarebbe un problema fare una variazione di bilancio per erogare maggiori risorse, se invece viene fatta annuale può essere cablata in funzione delle necessità che possono sorgere al momento beneficiando di maggior flessibilità. Le amministrazioni che ci hanno preceduto non hanno avuto nei confronti della Giostra la stessa attenzione, questa amministrazione è stata molto attenta alle richieste dei quartieri”.
E’ una buona idea destinare parte del contributo dato ai Quartieri per iniziative sociali e culturali?
“Qui si entra in un ambito secondo me estremamente interessante perché è uno degli aspetti che andrebbe normato meglio. I Quartieri svolgono un’attività sociale riconosciutagli da tutti e in forza di questo alcuni di loro si sono strutturati anche da questo lato per poter intercettare delle risorse che arrivano dallo Stato. Io credo che qui bisognerebbe intervenire per organizzarci meglio anche per sfruttare quelle che sono le opportunità che la riorganizzazione del terzo settore ha portato. Su questo aspetto potremo lavorare, occorre però un impegno forte da parte di tutti”.
Il Sindaco ha deciso di posticipare i direttivi a fine ottobre, questa decisione ha creato diversi mal di pancia, la verifica del segretario generale ha messo in dubbio l’autonomia dei Quartieri, non crede che questa decisione rischi di mettere in un pericoloso piano inclinato l’indipendenza dei Quartieri dai voleri della politica anche per il futuro?
“Se leggete bene il decreto che ha fatto il Sindaco è stato fatto in funzione di una necessità che si stava delineando. Non c’era nessuna volontà recondita di bloccare il regolare rinnovo dei Consigli, avevamo l’esigenza di non arrivare ad assemblee in presenza, perché i numeri dei partecipanti potevano creare dei problemi. Una presa di posizione forte che tutti i Rettori hanno condiviso è che non potevano essere fatte da remoto dove invece il Sindaco aveva dato disponibilità. Questa situazione credo possa anche essere in teoria rivista in futuro, se la Toscana passa da zona gialla a zona bianca e in conseguenza di ciò si possono svolgere assemblee in presenza questo decreto potrebbe essere superato. Il vero problema è che giugno incombe, come si fa ad attivare il percorso elettorale magari a marzo, o ad aprile e contestualmente preparare la giostra a patto che ci siano le condizioni per farla”.
Quindi questa decisione di posticipare a fine ottobre i Consigli direttivi si basa anche su ragioni di opportunità?
“Esattamente, per dare anche la possibilità di avere una prosecuzione tecnica e di conduzione dei Quartieri in modo da non incappare in altri inconvenienti organizzativi per i Quartieri. Mi preme ripetere che il Sindaco ha dato disponibilità per fare le assemblee online mettendo anche a disposizione tutti gli strumenti tecnologici in dotazione al Comune, penso ai Consigli Comunali che si svolgono da remoto ad esempio”.
In molti sono rimasti stupiti dal fatto che questa decisione abbia coinvolto solo i Quartieri della Giostra, non coinvolgendo altre associazioni cittadine anche più numerose, ma nemmeno le tre associazioni giostresche. Come si spiega questo diverso “trattamento”?
“Il “problema” sono i numeri, stiamo parlando di un rapporto uno a dieci tra i loro tesserati e quelli dei Quartieri, con numeri diversi le problematiche sono altrettanto dissimili. La mia opinione sono anche la diversità di argomenti da trattare all’interno delle assemblee delle associazioni che non hanno lo stesso problema o necessità di privacy che hanno i Quartieri”.
Per ora le date delle Giostre 2021 sono state confermate a giugno e settembre e si naviga a vista, non crede che per una miglior organizzazione sarebbe stato opportuno posticipare fin da subito almeno la data di giugno?
“La volontà da parte di tutti sarebbe ovviamente quella di riuscire a correr Giostra nella maniera che conosciamo, nella sua completezza. Il problema è che ad oggi è difficile prevedere una cosa di questo tipo. La voglia di correr giostra è tanta, ci siamo lasciati una porta aperta ancora per la data di giugno, se ci fosse un mezzo miracolo e le condizioni lo permettessero perché rinunciare subito a questa possibilità. L’opzione di fare le due giostre vicine le valuteremo più avanti, l’importante è essere pronti a tutte le possibilità che si possono verificare”.
Stando comunque così le cose, quale crede sia il tempo massimo per decidere?
“Nel giro di un mese dovremmo far sapere se a giugno si corre, questo per esigenze di organizzazione amministrativa e dei Quartieri. Questo termine è essenziale per non far bruciare altri soldi inutilmente, sia all’amministrazione che ai Quartieri”.
Lo scorso anno tutti i Rettori furono concordi a non svolgere la Giostra di settembre “snaturata”, lei ha parlato di “Giostra a tutti i costi”, cosa voleva intere nello specifico, cosa sarebbe disposto a rinunciare pur di scendere in piazza?
“No, io non ho parlato di “Giostra a tutti i costi”, mi è stato messo in bocca, è stata una rilettura giornalistica che ha riassunto in maniera abbastanza semplicistica il concetto che invece avevo espresso. “Giostra a tutti i costi” perché dentro abbiamo tutti la voglia di correr Giostra, tutto il mondo giostresco avrebbe voglia di tornare in piazza perché ci rendiamo perfettamente conto che stare due anni senza svolgerla porterebbe danni non solo economici, ma anche di partecipazione. Questo è il concetto. Sul come svolgerla, se ci saranno ovviamente le condizioni, ci metteremo d’accordo e troveremo la sintesi. Mi sembra di capire che anche su eventuali “piani b” ci sia quest’anno una maggiore apertura da parte dei Rettori”.
La Giostra negli ultimi anni è sempre più momento aggregativo e formativo per i giovani, ancora nelle settimane pre giostra si corre il rischio di fare passare solo come “movida”. Questi possono per i tanti giovani diventare anche momenti educativi per far crescere cultura giostresca?
“Penso che tanti Quartieri si stanno attivando su questo, il pre giostra al di là della “movida” diventa anche un momento formativo. Ovviamente non soltanto durante il pre giostra, alcuni Quartieri si sono mossi con iniziative importanti nei periodi lontani dalla Giostra. Questi eventi sono molto importanti”.
Ci sono delle idee magari che possano coinvolgere tutti i Quartieri?
“La Giostra è un grandissimo veicolo educativo, al di là dell’aspetto passionale è anche una rievocazione storica. Nel mondo in questo momento la storia sta avendo particolare attenzione sia di pubblico e conquistando palcoscenici importanti, noi abbiamo un grande patrimonio con la Giostra, dovremmo riuscire a “sfruttarla” ancora meglio. Dobbiamo riuscire ad agganciare circuiti culturali nazionali e internazionali. Il lato culturale è importantissimo per la Giostra”.
Sviluppo turistico per la Giostra del Saracino, ma per molti è mancato il passaggio sulla tutela della tradizione e iniziative per la divulgazione della cultura giostresca. Quale la sua opinione sullo sviluppo turistico rispetto ai tanti timori che si possano creare con una eccessiva commercializzazione con ilrischio di “snaturare” il saracino?
“Le esigenze commerciali non devono prevaricare la tradizione della Giostra del Saracino. La Giostra del Saracino è questa e deve rimanere così in funzione delle sue caratteristiche, della sua storia e delle sue tradizioni. Non si può snaturare per esigenze commerciali. Dobbiamo riuscire a veicolarla in maniera diversa, magari agganciandoci a strutture che già funzionano, come ad esempio la fondazione turismo, per poterla promuovere senza snaturare nulla”.
Riccardo Pichi