Enrico Lazzeri è il coordinatore di regia della Giostra del Saracino dal 2021. Classe 1983, è stato per 23 lunghi anni membro del Gruppo Musici. A lui il ruolo chiave di assicurare la fedele esecuzione dei palinsesti della rievocazione storica e delle cerimonie collaterali ufficiali. Lo abbiamo incontrato prima del ritorno in piazza del 17 giugno.
Prima di parlare del tuo attuale ruolo, come nasce la tua passione per la Giostra?
“Ricordo che da bambino mio nonno mi portava spesso al Quartiere di Porta Sant’Andrea. Era un quartierista appassionato, ma con la mia famiglia sono nato e cresciuto a Porta del Foro e alla fine, a mio nonno, ho dato un dispiacere. A onor del vero mi sono vestito per il Quartiere giallo cremisi una volta sola, come paggetto, poi nel tempo sono stato un appassionato spettatore. Anche perché sono sempre rimasto affascinato dalle rappresentanze comunali e grazie ad alcuni amici sono stato invitato, una sera, a suonare la chiarina del Gruppo Musici. Era il 1998 ed è stato l’inizio di un’avventura durata 23 anni, quasi lo stesso periodo nel quale sono stato arbitro di calcio. Si vede che nel destino avevo ruoli di imparzialità”.
Prima di essere il coordinatore della regia sei stato per anni il popolare “Zazza” del Gruppo Musici (chiarina, capogruppo e consigliere), ci racconti un po’ di questa lunga avventura?
“Una meravigliosa avventura che tutt’oggi faccio fatica a realizzare essere finita. La proposta dell’attuale incarico è avvenuta in modo del tutto inaspettato: stavo lavorando all’idea di un nuovo concerto che il Gruppo avrebbe fatto in Piazza Grande, avevo di fronte la “decima” Giostra da Capogruppo e l’attività musicale era ferma causa Covid. Per cui è stato un ritiro inaspettato, molto diverso da come mi ero immaginato. Ricorderò con infinito amore e riconoscenza gli anni trascorsi nei Musici nei quali ho conosciuto tante persone che oggi posso chiamare veri amici”.
Da qualche edizione sei il nuovo coordinatore di regia della Giostra del Saracino. Questo ruolo sicuramente avrà oneri ed onori, ci puoi dire come nasce questa nuova avventura, le emozioni, paure, aspettative che si provano nel vestire questo costume e le mansioni che ha il coordinatore di regia sia nel periodo della Giostra sia durante l’intero anno giostresco?
“E’ un ruolo che mi onora e gratifica oltremodo. Avverto l’importanza di indossare quel costume e spero di meritarlo. Paure non ce ne sono mai state ma ricordo benissimo la prima volta che ho calcato la lizza da solo, per la Prova Generale del settembre 2021. L’avevo percorsa decine di volte ma mai come quella volta ho avvertito un’emozione fortissima.
Il ruolo del Coordinatore di Regia si fonda – cito testualmente il regolamento – sulla responsabilità «dell’esecuzione fedele dei palinsesti riguardanti la Giostra del Saracino e tutte le altre Cerimonie ufficiali collaterali». Io e la mia squadra prepariamo ogni cerimonia con scrupolosità e cerchiamo di organizzarci con tutte le parti coinvolte nel miglior modo possibile. E’ importante che tutti coloro che vengono chiamati a svolgere un ruolo durante le cerimonie abbiano recepito le indicazioni che gli forniamo e non si trovino impreparati. Questo vale sia per le cerimonie dell’anno giostresco sia per tutti quegli eventi al di fuori nei quali mi viene chiesto un aiuto. Non ultimo il Capodanno dell’Annunciazione, una macchina organizzativa imponente con più di 1200 figuranti. Abbiamo messo a disposizione la nostra modalità di lavoro e sono felice di aver ricevuto tantissimi messaggi di congratulazioni”.
Dal tuo arrivo sono state introdotte al palinsesto (di cui è stato creato un vero e proprio libro) alcune novità e molte altre verranno già introdotte dalla prossima Giostra di giugno, ci illustri le principali e se già hai in cantiere altre novità per il medio-lungo periodo?
“La scrittura del libro dei Palinsesti è durata più di un anno, è stato un lavoro intenso e non nascondo faticoso, ma allo stesso tempo entusiasmante. Riprendo le testuali parole che ho scritto nell’introduzione: «ho ripercorso con cura, minuto per minuto, ogni cerimonia, cercando di riportare quanti più dettagli possibile, sia per lasciare a chi verrà dopo di noi una memoria indelebile di ciò che abbiamo fatto nella storia della Giostra del Saracino, ma anche per offrire un canovaccio ancor più esauriente che possa servire da perimetro chiaro e inequivocabile dentro il quale ognuno saprà come muoversi».
Il libro è una solida base su cui in futuro potranno essere fatte proposte e modifiche. Proprio nella prossima Giostra di giugno verrà introdotta la Bollatura dei cavalli così come accade a settembre; con questa cerimonia i palinsesti di entrambe le edizioni diventano gli stessi senza eccezioni”.
Hai la possibilità per pochi minuti di svestire i panni del tuo ruolo istituzionale, da semplice spettatore, cosa consiglieresti o proporresti per migliorare ulteriormente la manifestazione?
“La Giostra deve mantenere la sua tradizione, caratteristica che nel tempo la renderà sempre più unica. D’altro canto il cambiamento fa parte della vita e secondo me è inevitabile pensare che negli anni a venire alcune cose saranno diverse dalle attuali. Sono tanti gli aspetti che potranno contribuire alla crescita della manifestazione, in termini di qualità e spettacolo. Rispetto ad alcune scuole di pensiero che concentrano l’attenzione a modifiche dei palinsesti, credo viceversa che sia potrà lavorare sullo scenario delle cerimonie, senza modificarle nella sostanza ma cercando di renderle scenograficamente migliori. Oggi abbiamo strumenti che in passato non c’erano, penso a certi tipi di illuminazione, alle tecnologie audio, ai materiali per allestire Piazze e Tribune. Secondo me potrà essere questa una strada da intraprendere per valorizzare un “prodotto” già eccellente come il nostro”.
Grazie per il tempo che hai “perso” con noi e in bocca al lupo e buon lavoro in vista della Giostra.
“Crepi il lupo, viva la Giostra del Saracino e grazie a voi del prezioso lavoro che portate avanti per amore della manifestazione”.
Alessandro Dragoni