Sabato 18 novembre presso la Biblioteca Comunale di Arezzo si è svolta la presentazione “bis” del libro scritto e illustrato da due ragazze aretine, quartieriste ed appassionate di Giostra, Fabiana Peruzzi e Agnese Nocenti, precedentemente presentato, presso il Museo del Quartiere di Porta Santo Spirito.
“Una Giostra..fantastica” è un bellissimo libro ideato per far conoscere, introdurre e far comprendere il mondo della Giostra del Saracino ai più piccoli.
Ciao Fabiana e Agnese, ci spiegate dove e come nasce l’idea di pubblicare “Una Giostra.. fantastica”?
F: Tutto nasce nel 2016 con il nostro coinvolgimento nell’organizzazione della borsa di studio in memoria di Edo Gori, rivolta alle scuole primarie del Comune di Arezzo. Per chi non lo sapesse, gli alunni delle classi seconde e terze partecipano con un’opera grafica che rispecchia la loro visione della Giostra, mentre agli alunni delle classi quarte e quinte è richiesto di consegnare un elaborato scritto (tema, poesia, filastrocca, etc.) a tema giostresco. Così ci è venuta l’idea di scrivere questa storia per bambini e ragazzi il cui artificio narrativo è proprio quello di un bambino, Lorenzo, che è chiamato a scrivere un tema fantastico. Fin da subito avevamo chiaro l’intento di unire le atmosfere della Giostra ad elementi della storia locale al fine di creare un racconto non solo piacevole ma anche didatticamente utilizzabile.
A: Esatto, aggiungo che ci eravamo accorte che nella letteratura giostresca c’era una lacuna: mancavano libri che parlassero di Giostra ai più giovani. Così ci siamo messe in gioco, abbiamo unito i nostri bagagli di conoscenze e le nostre capacità ed abbiamo provato a riempire un pochino questa lacuna. Se ci siamo riuscite, comunque, dovrà dirlo il pubblico dei lettori e degli appassionati di Giostra.
Narrazioni per un “pubblico” più giovane, nel mondo giostresco (a parte gli ultimi tempi) è molto difficile trovarle; “parlare” ai più piccoli e cercare di trasmettergli quella passione per la Giostra cosa rappresenta per voi ?
F: Per noi è un piacere oltre che un divertimento confrontarci con il pubblico dei più giovani. Entrambe abbiamo intrapreso il percorso per diventare insegnanti e quando siamo in classe ci viene spontaneo, al di là della nostra materia, trasmettere loro la passione per la nostra manifestazione e per la storia locale cercando di stimolare la loro curiosità, che è la motivazione più importante per imparare cose nuove.
A: Concordo. Insegnare, anche tramite il nostro libro, cosa sia la Giostra è una meravigliosa missione: è un po’ come creare i rami dell’albero della passione giostresca partendo col parlare delle radici; oltre a questa responsabilità, è un atto di speranza nel futuro, un futuro che questi ragazzi costruiranno; è anche un discreto impegno, perché devi trovare un linguaggio “palatabile” per menti giovani e curiosissime, che spesso ti spiazzano con domande molto profonde e difficili, che ti spronano continuamente a riflettere sul rapporto che hai con la Giostra e a guardarla da nuove prospettive. Insomma, insegnare insegna molto all’insegnante!
Scorrendo e leggendo le pagine si viene subito catturati dall’entusiasmo del racconto e saltano agli occhi gli stupendi disegni con uno stile tutto particolare. Agnese, come nasce la trama del libro?
A: La trama del libro nasce, come capita molto spesso durante la scrittura degli articoli per “Il Bastione” (il periodico del Quartiere di Porta Santo Spirito), a macchia di leopardo: paradossalmente, è nato prima il finale dell’inizio. Scelto il “crimine” intorno al quale sarebbe girato tutto il racconto, è stata pian piano costruita la “spinaia” di vicende secondarie, giusto per nascondere il colpevole (o i colpevoli: lo scoprirà chi leggerà il libro). Scartabellando tra tesi universitarie di Storia medievale e Annali Aretini, poi, ci siamo rese conto che nell’anno domini 1313 sono accadute alcune cose interessanti…
Fabiana, da dove nasce questa idea di unire nelle illustrazioni lo stile moderno “fantasy” allo stile trecentesco?
F: Per le illustrazioni ci siamo affidate a Valentina Fornasari con la quale condividiamo, oltre alla passione per la Giostra e per i soliti colori, una bellissima amicizia. Non è una illustratrice di professione ma abbiamo sempre creduto nel suo talento. E abbiamo avuto ragione perché i disegni hanno riscosso moltissimo successo, non solo tra i più piccoli! Per lo stile dei personaggi ci siamo affidati a lei, ovviamente sempre tenendo presente il pubblico al quale era rivolto il libro. Su alcune scene ci siamo confrontate più volte, spesso ero io in persona ad “interpretare” la postura e le espressioni dei vari personaggi e le mandavo le foto per darle l’idea di come rappresentare la scena. Ma quello che ha fatto davvero la differenza è stata la sua mano!
Come ormai di consueto Correr Giostra da la possibilità ad ogni intervistato di suggerire consigli e/o miglioramenti sul mondo della Giostra intesa come manifestazione nel suo completo svolgimento. Voi siete due ragazze appassionate e coinvolte nell’ambiente quartieristico, secondo voi la Giostra del Saracino ha bisogno di qualche accorgimento e/o correzione? Avete qualche suggerimento da dare?
F: Bella domanda! Per come la vedo io, la cosa più difficile è trovare un bilanciamento tra le varie anime: l’anima storica e simbolica, l’aspetto competitivo e quello di aggregazione sociale. Non ho le competenze per esprimermi a livello tecnico ma, in generale, la cosa che mi sento di dire è che la Giostra non deve temere le novità o rifiutarle per partito preso trincerandosi dietro “la storicità” poiché negli anni sono stati introdotti tanti elementi nuovi, anacronistici ma indispensabili. È giusto difendere la tradizione ma non bisogna avere paura di adeguarsi ai tempi, quello che rende la Giostra unica è proprio il suo essere “viva”. Pertanto è normale che muti e che si evolva, le novità possono fare paura ma possono anche portare miglioramenti, in caso contrario siamo sempre in tempo a tornare indietro.
A: Per me una questione abbastanza urgente è il rinnovo dei costumi: una manifestazione così importante e bella come la Giostra necessita di una veste adeguata; capisco che sia uno sforzo economico e logistico non indifferente, ma darebbe un grande risultato. Avrei aggiunto, come suggerimento, anche un maggiore sforzo istituzionale a livello archivistico e di documentazione, ma non lo faccio, perché è stata già aperta la strada verso questa direzione dall’ottimo lavoro fatto con il Libro dei Palinsesti e con la digitalizzazione dell’archivio fotografico della Giostra.
Vi ringraziamo per la vostra disponibilità e pazienza e vi formuliamo di nuovo i nostri complimenti per la pubblicazione.