Torna la rubrica di Correr Giostra dedicata ai cavalli storici, oggi tocca a Daniele Gori raccontare del suo rapporto con Kid.
Ciao Daniele e grazie per aver accettato questa intervista incentrata sul tuo cavallo storico, Kid, soggetto che ha preso parte a 12 edizioni della Giostra vincendone 4.
Ci racconti quando e come vi siete incontrati la prima volta e che sensazioni hai avuto quando l’hai montato? E’ stato amore a prima vista o c’è stato un lungo lavoro di affiatamento dietro il vostro binomio?
Se penso al nostro primo incontro ancora mi vengono i lucciconi agli occhi, è un ricordo indelebile per me.
Mio nonno era stato a ritirare una nuova cavalla per portarla in scuderia, ricordo la fibrillazione con cui aspettavo aprisse il carrello per veder uscire questo nuovo soggetto ma la sorpresa superò ogni immaginazione: insieme a questa cavalla infatti vidi uscire fuori zampettando il suo puledrino, che era bellissimo ed ancora non domato. Mio nonno mi disse che era un regalo per me rendendomi una delle persone più felici del mondo. Sono stato in assoluto la prima persona ad avvicinarlo ed è stato davvero emozionante perché fino a quei suoi pochi mesi di vita era vissuto completamente allo stato brado. Per questo motivo il nostro avvicinamento è stato costante ma molto graduale tanto che la prima volta che lo montai fu quasi un anno dopo il nostro primo incontro.
Qual’è stato il suo tratto caratteristico che ti ha colpito di più? Qualcosa che magari lo differenziava da tutti gli altri soggetti che hai avuto?
La cosa speciale che avevamo era che siamo letteralmente cresciuti insieme. Io ero un ragazzino e lui un puledro, ci siamo presi tutto il tempo che ci serviva per conoscerci e migliorarci, abbiamo anche fatto qualche errore ovviamente ma il risultato è stato che ci conoscevamo come le nostre tasche. Io lo comprendevo in ogni suo atteggiamento, pregi e difetti, in ogni momento sapevo esattamente cosa gli passava per la testa, come avrebbe reagito ad un determinato impulso etc…
Questa simbiosi ovviamente mi dava tanta sicurezza e mi aiutava a rimanere tranquillo anche nelle circostanze più difficili.
Ed in Giostra quali erano i suoi pregi e difetti?
Era un cavallo che non aveva assolutamente paura della gente o di eventuali disturbi e galoppava in un modo che mi portava in mira con molta facilità, aveva il difetto di rallentare un po’ quando giungeva nei pressi del buratto ma sono quelle piccole imperfezioni su cui puoi lavorare e che alla lunga non influenzano più di tanto la carriera.
Tornando ai pregi, non ho menzionato la sua virtù principale, quella di avermi sopportato tutto quel tempo! Apparte scherzi, anche qui non posso non tornare sul fatto che la nostra complicità ci dava una sicurezza che non era normale per un soggetto di 4 anni ed un ragazzino di 16 (esordio in provaccia con S. Spirito). Fidandoci ciecamente l’uno dell’altro ci trasmettevamo un coraggio che nessuno dei due avrebbe avuto da solo.
Nell’infinità di spareggi che vi vide uscire vittoriosi dalla Giostra del centenario nell’anno 2000 ti ricordi come si comportò? Non era sicuramente una situazione che avevate preparato!
No non era certamente preventivabile una Giostra in quel modo! Ricordo che le prime due carriere furono ottime, poi man mano che si andava avanti con gli spareggi mi accorsi che Kid tendeva sempre più a calare sotto il buratto e ad allargare nel momento del tiro. Decidemmo dunque per una strategia conservativa, ricalcare i punteggi fatti da Sepiacci e far assestare il colpo vincente ad Alessandro Vannozzi.
Questo condizionò anche la Giostra della settimana successiva, infatti essendo andati nuovamente agli spareggi ed avendo appurato che con il passare del tempo le carriere di Kid sarebbero state più difficoltose decidemmo di forzare la mano e tentare il tutto per tutto, ed anche questa volta ne uscimmo vincitori.
Quando hai deciso di non usarlo più come vi siete lasciati? Hai continuato a prenderti cura di lui?
Quando decisi di non usarlo più in Giostra fu un momento molto delicato emotivamente, sapevo che si stava chiudendo un capitolo importante della mia carriera e della mia vita. Decisi di darlo ad un amico di famiglia di cui mi fidavo e che sapevo non gli avrebbe fatto mancare niente e gli avrebbe dato il giusto riposo che meritava dopo tanti anni passati con me ad allenarsi! Non nego di essermi un po’ pentito di questa scelta, tornassi indietro probabilmente lo avrei tenuto con me un altro po’ di tempo.
Hai qualche aneddoto di vita privata che ti piacerebbe raccontare?
Di aneddoti legati alla Giostra ce ne sarebbero un infinità, quelli che posso raccontare pubblicamente un po’ meno diciamo, però uno abbastanza divertente da menzionare ce l’ho:
Parliamo della settimana successiva alla Giostra degli infiniti spareggi con porta sant’Andrea nel 2000, come già ricordato andiamo nuovamente a giocarci la lancia ai “supplementari”, questa volta con porta del Foro. Parte Gabriele Veneri e stampa un 4 vicino al centro. Dopo un breve consulto con mio zio che mi seguiva a livello tecnico in quegli anni, decidiamo di provare il 5 e chiudere la Giostra. Partii deciso ed anche grazie ad un Kid perfetto riuscimmo nell’impresa e portammo a casa la lancia. Una volta tornati al quartiere mi accolse il rettore Aldo Brunetti (visibilmente felice e turbato allo stesso momento) con delle parole che credo nessuno si sia mai più sentito dire dopo una vittoria : “ Ma mi dici chi è che ti ha detto di tirare al cinque?!!!”
Ecco questo piccolo aneddoto direi che spiega bene quanto sia enormemente cambiata la manifestazione dopo quegli anni, il cinque era considerato quasi un tabù e ci voleva anche molta fortuna per riuscire a marcarlo dato che gli allenamenti a quei tempi partivano (se era bel tempo) appena tre mesi prima della Giostra di giugno e ci si allenava due massimo tre volte a settimana con un solo cavallo per ogni giostratore. Ma tanto con Kid di chi altro avrei avuto bisogno?!
Leonardo Maccioni