Oggi terzo appuntamento con le interviste ai Rettori, è la volta di Maurizio Carboni di Porta Sant’Andrea “decano” tra i Rettori che compongono la Consulta dei Quartieri.
Rettore questo non è stato un anno facile per nessuno compreso i Quartieri. Oltre ad aver rinunciato alle Giostre 2020 sono state interrotte tutte le attività sociali e economiche, i Quartieri hanno potuto contare solo sulle entrate del tesseramento. Come è andato il tesseramento?
“A Sant’Andrea c’è stato un calo di un 20/25%, ad oggi abbiamo un numero di tesserati tra i 640-660 soci”.
Nonostante la chiusura i Quartieri hanno dovuto sopportare delle spese fisse, siete riusciti a chiudere comunque in pari il bilancio 2020?
“Siamo prossimi, in pari no perché abbiamo fatto un investimento nell’ampliamento delle scuderie non indifferente, questo ha influito molto e quindi non chiuderemo in pari. Avevamo un conto corrente che ci faceva stare tranquilli anche per affrontare certe spese”.
Questo aspetto si lega all’argomento contributo comunale, sembra che il sindaco abbia aperto ad un maggiore ristoro, a che punto è la discussione, saprebbe indicare una cifra adeguata a ristorare o portare almeno in pareggio i conti del suo Quartiere?
“Il contributo comunale deve almeno raddoppiare. Questo in virtù delle spese fisse, così come ho detto personalmente al Sindaco, non solo nell’ultimo incontro della settimana scorsa. Quasi tutti i quartieri hanno delle spese fisse che superano il doppio del contributo che eroga il comune, senza iniziative non si può andare avanti. Un anno lo abbiamo superato in qualche modo, ma per il secondo non riusciremo”.
Più in generale, non crede che la decisione dell’ammontare del contributo annuale costringa tutti gli anni i Quartieri a poche certezze, sarebbe d’accordo nel proporre che il contributo fosse deciso triennalmente? Non crede che questo potrebbe anche contribuire ad una maggiore autonomia del mondo giostresco?
“A mio parere annualmente o triennalmente l’importante è che il Comune creda nella Giostra e investa con risorse. I contributi che ricevono oggi i quartieri sono una entità oramai troppo piccola, magari queste cifre venti anni fa potevano avere una percentuale importante sul bilancio di un Quartiere oggi invece veramente irrisori. Il Comune deve investire sulla Giostra del Saracino, ma anche su Quartieri, questi sono delle associazioni e delle realtà molto importanti dal punto di vista sociale. Le spese per sostenere le attività tecniche sono diventate molto importanti, e questo può andare a togliere risorse per attività sociali o culturali”.
Cosa ne pensa della proposta che una quota fissa del contributo dato dal comune possa essere destinata per finanziare iniziative culturali e sociali dei Quartieri?
“Personalmente non vorrei indicazioni precise per quote fisse, credo che un consiglio direttivo possa decidere e programmare in autonomia su destinare e con quale ammontare nelle tante attività dell’associazione. Sono dell’avviso che i Quartieri devono essere liberi di poter spalmare, passami il termine, le risorse nei vari indirizzi”.
Venendo alla cronaca, ci può dire come è maturata la decisione del sindaco di prorogare i mandati, c’è stata una discussione in consulta, siete arrivati ad una votazione o è stata presa in autonomia dal sindaco senza consultarvi?
“La decisione come ben saprà l’ha presa il Sindaco, ha fatto un decreto firmato di suo pugno. Ci siamo trovati in Consulta, che tra l’altro non sarebbe neanche l’organo preposto per certe decisioni. Non c’era una maggioranza neanche sulla proroga dei consigli direttivi, quindi è stata una iniziativa personale”.
Quindi non c’era una maggioranza all’interno della Consulta, i Quartieri erano contrari?
“Sì, assolutamente sì, un solo Quartiere il suo Rettore ha votato a favore”.
Lei ha fatto un comunicato molto chiaro, ne ha avuto modo di discuterne o votare con il suo direttivo?
“Io condivido sempre con il mio direttivo e direi che è andata bene”.
Nessuno nega le problematiche portate dal Covid per la salute pubblica, ma da più parti sono rimasti stupiti che la decisione abbia coinvolto solo i Quartieri della Giostra, quasi un provvedimento ad personam, non coinvolgendo tutte le altre associazioni cittadine, ma nemmeno le tre associazioni giostresche. Come si spiega questo diverso trattamento, non crede che queste modalità possano alimentare dubbi?
“Il perché lo deve domandare a chi ha firmato il decreto. Sul resto non ho altro da aggiungere”.
Da più parti è stato sostenuto che questa decisione sia illegittima, la motivazione del Segretario Generale mette forse in dubbio la stessa autonomia dei Quartieri che potrebbe avere ripercussioni in futuro. Come Rettore non ha sentito l’esigenza di chiedere quanto meno un parere legale sulla sua efficacia e legittimità?
“Le risposte che ci ha dato lo studio legale sono quelle che pensavo, l’atto fatto non ha fondatezza. Anche il parere del Segretario Generale, che tra l’altro ora non c’è più, non ha una base giuridica. È tutto quindi molto discutibile. Ora aspettiamo gli eventi, sperando anche in un rallentamento nazionale nonché locale della pandemia, per far sì che il Sindaco possa rivedere la sua posizione. Diversamente non saprei dire cosa farà Sant’Andrea, non posso escludere azioni in proprio”.
Per ora le date delle Giostre 2021 sono state confermate a giugno e settembre e nel mentre si naviga a vista, non crede che per una miglior organizzazione sarebbe opportuno posticipare fin da subito almeno la data di giugno a ridosso di quella di settembre?
“Mi preme fare due precisazioni: la prima è che io non sono d’accordo di principio a fare due giostre attaccate, questo credo sia un ritorno indietro che non porta benefici. Le due giostre in passato sono state staccate per fare vivere alla città e ai Quartieri due momenti di festa ben distinti, fare due giostre unite per forza non è secondo me la soluzione migliore. Per quanto riguarda la giostra di giugno credo che sarà prossimo, a febbraio, l’annuncio che non verrà corsa”.
Stando comunque così le cose, quale crede che sia il tempo massimo per decidere sul calendario giostresco?
“Credo sia necessario un largo anticipo, i Quartieri devono fare delle programmazioni, in particolare tecniche di preparazione, quindi credo che quattro o cinque mesi sia il giusto tempo per poter pianificare tutto. Come ho detto al Sindaco entro il 28 febbraio va deciso tutto”.
Lo scorso scorso tutti d’accordo sul diniego a svolgere la Giostra di settembre in forma diversa da festa di popolo, oggi si sente parlare di “Giostra a tutti i costi”, se si riproponessero le stesse condizioni è sempre della stessa idea oppure sarebbe disposto ad accettare qualche compromesso?
“Ripeto quello che ho detto al Sindaco nell’ultimo incontro, capisco che non potremo fare per il 2021 una giostra uguale a quella del 2019 e questo me lo auguro perché nel 2019 Sant’Andrea non ha vinto, ma al di là della battuta che la Giostra del Saracino si adegui temporaneamente ad un anno di Covid ci può stare. E’ chiaro che non deve essere uno sconvolgimento che snaturi troppo la vita di Quartiere e la manifestazione stessa, quindi tirando una percentuale se si cambia del 40/50 % quello che è la dinamica e l’attività mi sta bene, se si dovesse cambiare al 90 % preferisco non la fare”.
Proroga o no, siamo a fine mandato, come giudica il suo lavoro e del suo Consiglio nei tre anni precedenti, sia sul piano tecnico che su quello sociale?
“Sul piano tecnico ci dobbiamo misurare solo su due anni, perché poi i confronti sono stati quelli, dove comunque Sant’Andrea ha vinto una Giostra e una Prova Generale. Potevamo fare certamente meglio, però qualcosa di positivo è stato fatto, abbiamo portato a casa un risultato importante anche con l’esordio di Tommaso Marmorini. Dal punto di vista sociale è andato tutto molto bene, l’aspetto patrimoniale mi soddisfa nel 2020 è stato fatto un grande ampiamento e migliorata la nostra struttura che abbiamo a Peneto e questo secondo me sarà un punto di forza negli anni per la preparazione dei giostratori di Porta Sant’Andrea”.
Riccardo Pichi