In attesa della 142esima edizione della Giostra del Saracino, Correr Giostra ha incontrato i Rettori dei quattro quartieri per fare il punto sul presente e futuro della manifestazione e del rispettivo quartiere. Terzo appuntamento con Maurizio Carboni, rettore di Porta Sant’Andrea, che ringraziamo per la disponibilità.
Ci parli un po’ di Sant’Andrea, del suo presente e del suo futuro?
“Il Quartiere di Porta Sant’Andrea è da sempre un quartiere molto attivo che richiama a se la partecipazione di molti quartieristi ma non solo. Abbiamo preparato la “Settimana del Quartierista” con tanti appuntamenti in calendario che richiamano al nostro quartiere e a quartieristi di ogni età. Abbiamo punti di ritrovo per bambini, giovani e adulti proprio per soddisfare ogni richiesta. Il nostro Comitato Giovanile è sempre molto attivo e pieno di idee e novità che propone con grande energia. Il prossimo inverno abbiamo in mente di riorganizzare il nostro Circolo per renderlo un punto di ritrovo quotidiano o quasi per tutti i nostri quartieristi”.
La Giostra moderna, sta evolvendo dall’essere una semplice manifestazione storica, come ci si prepara ad affrontare una Giostra oggi, rispetto al passato?
“Con un impegno esagerato. Da moltissimi anni gli allenamenti alle Scuderie Franco Ricci sono quotidiani, ogni giorno viene svolto un allenamento per il giostratore e il cavallo. Tutto questo richiede tanto impegno e sacrificio sia per gli attori principali della Giostra del Saracino, ma anche per tutti gli addetti svolgendo un lavoro unico, questi quartieristi sono oggi indispensabili e fondamentali per poter arrivare in piazza al massimo delle nostre potenzialità. Il nostro quartiere è molto attivo anche nei mesi invernali con iniziative di tipo culturale”.
La Giostra è ormai alle porte, cosa si aspetta dalle “carriere” del prossimo 4 settembre?
“Che possano far tornare Sant’Andrea in vetta all’Albo d’oro come già fatto nel 2018”.
Le settimane del quartierista ormai da qualche anno la fanno da padrone nel bilancio annuale di ogni quartiere, grazie alla massiccia presenza di giovani soprattutto in corrispondenza di serate che sono diventate veri e propri cult, come giudica questa nuova tendenza di vivere il quartiere?
“Se guardo la “Settimana del Quartierista” dello scorso anno che aveva molte limitazioni, soprattutto nelle serate musicali a causa del Covid-19, da persona cinquantenne non mi è affatto dispiaciuto vedere serate diverse da quelle viste in passato e non mi è sembrato nemmeno che la settimana del quartierista abbia perso di “qualità”. Dobbiamo sempre tenere a mente che il quartiere è di tutti e nel pre-giostra dobbiamo cercare di creare un giusto mix tra bambini, giovani e persone più mature. Il nostro quartiere da tempo lavora anche a questo per far capire a tutte le generazioni che ognuno deve avere il proprio spazio”.
Nella programmazione di un triennio o anche di una singola annata giostresca, quanto è importante dare continuità al lavoro svolto nel corso degli anni?
“Avere stabilità e poter fare una programmazione è sempre importante non solo nel quartiere. La mia esperienza prima da consigliere e poi da Rettore in tutti questi anni mi ha insegnato che non si riesce sempre ad averla per motivazioni diverse. Possono cambiare le persone, o le esigenze stesse del quartiere che ti fanno cambiare in corsa la programmazione già fatta. Anche le vittorie stesse spostano l’andamento della programmazione anche dal lato economico”.
Ha l’opportunità di proporre pubblicamente a tutto il mondo della Giostra, “svestendo” per una volta il ruolo istituzionale da Rettore che ricopre, consigli, migliorie, idee (cambiando anche ciò che non va), per far crescere e rendere ancora più entusiasmante l’universo giostresco, sia dal punto di vista quartieristico che dal lato tecnico.
“Mi piacerebbe entrasse nella cultura degli aretini fuori le mura, nelle frazioni e nella provincia tutta la “cultura giostresca” che abbiamo noi. Durante l’inverno vedo i ragazzi andare a scuola con i foulard dei quartieri legati agli zaini. Questo mi fa molto piacere, il mio auspicio è quello di vederlo in futuro anche nella nostra provincia. Al Comune invece voglio dare un suggerimento doppio. L’Amministrazione comunale deve creare una forte promozione turistica per la Giostra del Saracino che deve essere legata ancor di più a questo territorio. La promozione deve essere fatta in modo capillare, non voglio togliere nulla al grande lavoro svolto fino ad oggi dai vari uffici competenti che sono encomiabili, ma secondo me servirebbero persone con competenze specifiche nel settore dedicate a questo sviluppo. Solo così possiamo fare il salto di qualità. La seconda riguarda la Cerimonia di Bollatura, dobbiamo trovare un rimedio all’edizione della giostra di giugno. Le giostre sono identiche in tutto e per tutto e dobbiamo porre rimedio a questa mancanza inserendo la cerimonia anche a giugno”.