Sono passati circa trent’anni da quella trasferta in terra di Siena. Oggi sono molti gli appassionati di Saracino che quando c’è il Palio vanno in Piazza del Campo ad ammirare la Festa senese. A quell’epoca eravamo veramente in pochi, quando le prove c’erano di notte e non al mattino e gli aretini sul tufo si contavano sulle dita di una mano.
I quartieri non avevano le aperture e il flusso di giovani che fortunatamente c’è oggi, noi ci accontentavamo di due tavoli nell’antisala del nostro Bastione dove c’erano le lance d’oro; si perché oggi sono in altro luogo, nel museo, quando ieri era soltanto un sogno di chiacchiere notturne che duravano fino al sorgere del sole.
Ma torniamo a Siena, a quell’epoca eravamo i soliti ad andare e facevamo le prove di notte, la tratta ed il Palio. Durante il “soggiorno” senese le visite a musei e società di contrada erano obbligatori così come i passaggi nei luoghi di culto legati alle contrade e alla festa senese. Il Palio con la sua ritualità ti porta inesorabilmente a pensare che la vittoria non è solo frutto di capacità, strategia, intuizione e bravura ma c’è sempre e comunque la “sorte” che decide come e quando indirizzare la vittoria verso la tua strada.
Nei giorni del Palio capitava spesso di incontrare il gruppo dei rossoverdi guidati da Giorgio con Faliero e tanti altri. Il racconto vede protagonisti loro e noi, si perché allora la rivalità era forte e la storia lo racconta molto bene visto che fino alla metà degli anni ottanta Colombacci e Cruciferini la facevano da padroni in piazza Grande. Piazza del Campo era terreno neutro e quando ci si incontrava si scambiavano saluti ma anche qualche commento e sfottò, più che altro erano loro ad avere la lingua lunga nei nostri confronti dato che la nostra astinenza dalla vittoria lasciava poco spazio a controbattute.
Parlavamo di Giostra tutto il giorno intervallando i nostri discorsi ai tempi della festa senese. La vittoria mancava da troppo tempo ai Bastioni e quando entri in quel buco nero è veramente difficile uscirne perché ti manca lucidità, il distacco dalla realtà per capire e fare le giuste valutazioni senza essere condizionato dal fatto che tu stesso ne sei in parte la causa.
In quella mattina afosa già al mattino arrivammo di buonora in Provenzano trovandola quasi vuota. Il Palio del 2 luglio è dedicato alla Madonna di Provenzano e per noi era immancabile il passaggio in chiesa a renderle omaggio.
Una volta entrati la chiesa era completamente vuota, dopo circa un minuto di silenzio un mio caro amico fraterno mi disse a bassa voce “se mettiamo il foulard di Santo Spirito alla Madonna di Provenzano interrompiamo il digiuno”. Mi giro verso di lui e rispondo “il foulard lo abbiamo ma non mi sembra il caso”. Il dialogo insiste, lui sapeva come prendermi e quali corde toccare. A quell’epoca eravamo sempre insieme notte e giorno e la nostra amicizia non si può descrivere, sapeva bene che se avesse insistito per la “nobile causa” avrei presto ceduto e portato il nostro foulard lassù in cima. Infatti andò proprio così, ci avvicinammo silenziosi all’altare ma i dubbi erano tanti e la possibilità che ci vedessero elevatissima.
La scintilla scattò quando in fondo alla chiesa si aprì il portone ed entrarono i cruciferini: qui il mio amico fraterno fece scattare il genio, “guarda laggiù adesso lo mettono loro così continua il digiuno!”. Quelle parole agirono su di me come una molla, la mia velocità d’esecuzione lasciò tutti senza parole, in pochissimi secondi il foulard della Colombina “rese omaggio” alla Madonna di Provenzano con i presenti che rimasero stupiti e senza parole.
Il sorriso del mio caro amico è ancora scolpito nel mio cuore, lui che oggi sorride dal cielo così come faceva allora, nonostante l’astinenza dalla vittoria il sorriso e l’ottimismo erano sempre presenti nel suo quotidiano.
All’uscita dalla chiesa incrociammo gli amici rossoverdi, sguardi e sorrisi si incrociarono, perché alla fine il cuore pulsante della nostra “Festa” era e sarà sempre amore, passione e vita legata ognuno ai nostri colori che portiamo nel cuore dalla nascita.
Il resto è storia e il digiuno svanì nell’aria di quella calda estate…